Preoccupa la diffusione del fenomeno in Svizzera. Investire sembra semplice e alla portata di tutti, ma occorrono risorse iniziali elevate e ciò può risultare dispendioso. Inoltre le piattaforme sono ancora troppo poco regolamentate...
di Matteo Casari *
(Intervista realizzata per Gruppo Azzardo Ticino)
Il trading online è un fenomeno sempre più diffuso in Ticino, in Svizzera e in tutto il mondo. La tecnologia permette oggi a chiunque di investire nei mercati finanziari in modo semplice e immediato. Tuttavia, le nuove piattaforme online presentano gli investimenti come un qualcosa di semplice, alla portata di tutti, quando in realtà si parla di un’attività che necessita preparazione e competenza. Questo aspetto sta trasformando sempre di più il trading in un vero e proprio “gioco d’azzardo”, facendo perdere molte risorse ai cittadini meno esperti e provocando a volte un abuso di questa attività.
In questo contesto abbiamo discusso con Luca Notari per capire le problematiche di questo crescente fenomeno e di come possa sfociare in eventuali dipendenze. Notari è capo progetto nel settore ricerca di Dipendenze Svizzera, dove dal 2017 si occupa principalmente di progetti che riguardano il gioco d’azzardo.
Secondo lei il trading online può essere considerato un gioco d’azzardo?
“Il punto di partenza è distinguere i vari tipi di trading online. Ci sono gli investimenti a lungo termine, dove la persona spesso si affida a professionisti della finanza che fanno questo di mestiere. Poi c’è invece il trading a breve termine, il cosiddetto ‘day trading’, dove la situazione cambia: qui non esiste nessuno in grado di prevedere l’andamento dei mercati. Per esempio, l’evoluzione di una valuta nel breve periodo sale e scende così frequentemente che risulta impossibile prevederne le variazioni. Perciò, se si ha a che fare una tempistica molto ridotta, l’investimento diventa un vero e proprio gioco d’azzardo, poiché il fattore ‘random’ dell’andamento dei mercati diventa simile a quello di un gioco da casinò”.
Lo considera più o meno dannoso rispetto al normale gioco?
“Ad oggi ci sono pochi dati sul tema, la sua diffusione tra la gente comune è molto recente. Il trading come lo conosciamo ora non esisteva prima di internet, e in passato si era obbligati a pagare una commissione per ogni trattazione effettuata. Al giorno d’oggi invece questo non accade più, e inoltre le piattaforme web hanno reso l’attività più semplice e accessibile. Si può dire che adesso, in maniera estrema, non c’è molta differenza con il gioco d’azzardo, anche la dipendenza che si può sviluppare diventa molto simile. Diverso è invece il fattore economico, dato che solitamente il trading richiede risorse iniziali più elevate. Perciò, a livello di impatto economico, questo può risultare anche più dispendioso”.
Qual è la situazione attuale in Svizzera?
“Dati alla mano, la situazione sembra peggiorare. Il trading è diventato oggi un’attività comune, che però resta difficile da gestire. Una questione preoccupante è l’aspetto normativo: rispetto all’azzardo, la promozione delle piattaforme di trading è concessa senza limiti. Inoltre, le società che offrono bassi costi di gestione sono soprattutto presenti a livello internazionale, e per questo sono meno soggette alle restrizioni locali. L’industria dell’azzardo in Svizzera è controllata, anche se c’è ancora molto da migliorare. Con questa nuova tendenza invece siamo al punto di partenza, dato che si tratta di un mercato incontrollato. Su queste piattaforme finanziarie non c’è protezione degli utenti, quando la gente scopre di aver problemi spesso è troppo tardi”.
Le è capitato di ricevere segnalazioni di persone che hanno perso il controllo rispetto al trading online?
“Fino a qualche anno fa non avevamo mai ricevuto segnalazioni. Negli ultimi mesi invece siamo stati molto cercati dai media sulla diffusione di questo fenomeno, il che è già una prova della problematica. Inoltre, ho sentito parlare di segnalazioni ricevute da organizzazioni di sensibilizzazione svizzere con cui collaboriamo. Il problema sembra quindi essere in crescita, anche se oggi è ancora considerata una nicchia. Mi chiedo se queste persone siano consapevoli di partecipare a un gioco d’azzardo, ma temo che si sentano più come degli investitori. Il numero di persone che necessita aiuto probabilmente aumenterà, e spero che siano a conoscenza dell’esistenza di una rete che può dar loro una mano”.
Crede che grazie al trading online la popolazione giovanile possa più facilmente poi avvicinarsi al gioco d’azzardo tradizionale?
“È difficile da dire ora come ora. Secondo il nostro studio, il 60% di chi eseguiva trading si trova nella fascia tra i 18 e 40 anni, che corrisponde più o meno a quella relativa al gioco d’azzardo online. Non è ancora una problematica prevalentemente tipica dei giovani, come lo è invece maggiormente il poker online. Il problema in questo caso è che i giovani potrebbero accedere facilmente a queste piattaforme, dato che, oltre a essere necessaria solo una carta di credito, a volte i controlli per verificare la maggiore età sono superficiali su queste piattaforme”.
Che cosa si potrebbe fare per contrastare questa problematica?
“Abbiamo già visto com’è stato difficile regolamentare l’azzardo in Svizzera, ma qua parliamo di leggi che toccano il mercato finanziario, quindi diventa tutto più complesso. Un punto di partenza dovrebbe arrivare dalle piattaforme di ‘day trading’, che dovrebbero cominciare ad approcciare il problema della dipendenza. Tornare al vecchio sistema sarebbe un’altra soluzione. Aumentare il costo di accesso a questi servizi sarebbe un incentivo importante contro gli investimenti a breve termine, riducendo così la componente dell’azzardo. Siamo di fronte ad un caso dove l’azzardo ha saputo adattarsi e reinventarsi per aggirare le misure, con un sottobosco che oggi è fatto di attività che apparentemente non si presentano come giochi. Un giorno o l’altro qualcuno dovrà intervenire, oggi c’è troppo poco controllo”.
Per maggiori informazioni, o per richiedere una consulenza anonima e gratuita, è possibile rivolgersi agli esperti del Gruppo Azzardo Ticino – Prevenzione (www.giocoresponsabile.com)
* Giornalista