Dai dirigenti di partiti ai direttori dei media fino ai rappresentanti dell'economia. Ecco i loro messaggi ai ticinesi
LUGANO - Abbiamo chiesto ad alcuni personaggi della politica e della società e dell’economia di esprimere in poche righe che cosa si augurano per il Ticino e i ticinesi in occasione del Natale, con una prospettiva sull’anno che sta per iniziare. Ecco le risposte di chi ha raccolto il nostro invito.
Paride Pelli, direttore Corriere del Ticino
Auguro ai ticinesi di ritrovare con il nuovo anno quella serenità e quella spensieratezza che prima la pandemia e poi la congiuntura legata al conflitto in Ucraina hanno di colpo incrinato. Il nostro cantone si è riscoperto più fragile, ma nel contempo è cresciuto in tutti noi il desiderio di riappropriarci della nostra vita e delle nostre libertà attraverso l’impegno e il lavoro. Per questo motivo rimango ottimista, nella speranza che il 2023 rappresenti l’anno della svolta e della rinascita per tutti.
Sacha Dalcol, direttore TeleTicino
Recentemente ho ritrovato un manuale di sopravvivenza al cenone o al pranzo di Natale scritto dal giornalista Beppe Severgnini. Ecco i quattro preziosi consigli pratici: evitare i piantagrane, i temi ereditari, i dibattiti sulle disparità salariali e trattare gli argomenti politici solo quando il numero di bottiglie vuote equivale a quello dei presenti. Ecco, per una volta, auguro a tutti di perdere per qualche ora il filo dell'attualità e abbandonarsi ad una sana e spensierata leggerezza: ne abbiamo bisogno. Buon Natale!
Boris Bignasca, capogruppo Lega dei ticinesi
Natale è il momento di riposare, fare propositi, cercare serenità e farsi gli auguri. Ed è anche un momento privilegiato per ringraziare. Dobbiamo ringraziare il Cielo di averci dato la possibilità di vivere in questa terra ticinese - incastonata tra le Alpi e la pianura padana - che gode in tutte le stagioni di una bellezza difficilmente replicabile e di una storia incredibile. E dobbiamo ringraziare tutti i ticinesi per l’impegno, l’intelligenza e la forza di volontà con cui tutto l’anno si dedicano - con tutte le difficoltà che conosciamo - a far muovere avanti questo cantone: infermieri, insegnanti, genitori, agenti di sicurezza, artigiani, farmacisti, imprenditori, agricoltori, impiegati, selvicoltori… Nel nostro agire, dobbiamo tenere sempre presente questo sentimento di ringraziamento per poter operare al meglio per la comunità.
Fabrizio Sirica, copresidente Partito socialista
Per il Ticino vorrei un Natale… vero. Vero, inteso come realmente coerente con quei valori e quello spirito che contraddistinguono questa festività. Un Natale senza il peso delle disuguaglianze, che fanno abbuffare pochi e fanno stare in pena molti. Un Natale di riflessione e spinta al cambiamento e alla pace, in Ucraina come nelle piccole guerre quotidiane che troppi ingaggiano.
Giorgio Fonio, vicepresidente Centro (PPD)
Il Natale che vorrei è fatto di amore, rispetto ed accoglienza. Mi piacerebbe che i ticinesi possano godersi questa importante giornata potendo dimenticare per alcuni momenti le difficoltà che attanagliano una parte della popolazione. Pensando a ciò che accade attorno a noi, un grande desiderio è quello di veder finalmente cessare la guerra in Ucraina, che sta generando sofferenza in molte persone. A tutte/i quanti, tanti auguri di un sereno Santo Natale!
Alessandro Speziali, presidente PLR
Oltre ai banconi che traboccano di terrine e salmoni all’amo, il Natale è un omaggio alla nascita. Auguro al nostro Ticino di non smettere mai di rinascere. Le decorazioni luminose – anche le più kitsch – ci illuminano e ci proiettano verso il futuro della vita, sfuggendo al buio, alle sofferenze, alle crisi. Impariamo dall’ottimismo dei bambini quando scartano un regalo: c’è tutta la luce per non essere pessimisti. Buona rinascita a tutti.
Piero Marchesi, presidente UDC
Dopo la pandemia pensavamo di aver archiviato un periodo che ci ha ricordato l’importanza di essere in salute e il piacere di essere liberi di muoverci, di spostarsi o semplicemente di andare in un bar senza essere obbligati a farlo con una mascherina. Poi è arrivata la guerra, a poche centinaia di chilometri dalla Svizzera, uno scenario dai più considerato inverosimile. Da eterno ottimista tenderei a escludere un 2023 peggiore degli ultimi, ma forse per prudenza è meglio dirlo sottovoce. Auguro alle ticinesi e ai ticinesi di passare i giorni delle festività natalizie con le persone più care, in famiglia, godendo dei momenti belli della vita. In fondo la felicità è fatta di piccole cose. Buon Natale!
Luca Albertoni, direttore Camera di commercio
Sembra banale, ma la cosa che auguro a tutti di cuore è che vi sia un periodo almeno un po’ più sereno sul fronte della salute, dopo le sofferenze e le paure degli ultimi anni. Per il resto, spero che alle ticinese e ai ticinesi venga data la possibilità, soprattutto in un anno elettorale, di assistere a dibattiti costruttivi e basati su dati e fatti e non limitati a slogan declamatori che non portano alcuna soluzione.
Stefano Modenini, direttore Associazione industrie ticinesi
Nel Piano strategico di AITI denominato Ticino 2032, che abbiamo presentato recentemente, indichiamo che nei prossimi dieci anni il Ticino politico insieme all’economia dovranno prendere le decisioni più giuste per garantire benessere al territorio, di fronte ai cambiamenti che stanno avvenendo a livello economico, tecnologico e sociale. Ecco, vorrei che il Natale portasse consapevolezza che ora bisogna agire con coraggio e decisione, facendo scelte e dando priorità. Lo dobbiamo in particolare alla popolazione e soprattutto alle nuove generazioni.
Andrea Gehri, presidente Camera di commercio
Che il Natale possa portare l‘auspicata serenità, unita alla giusta determinazione per affrontare il nuovo anno con rinnovato ottimismo, spirito positivo e tanta fiducia in noi stessi. Uniti, coesi e sorretti dall’indispensabile motivazione per un 2023 migliore, crediamoci!
Brenno Martignoni, avvocato e scrittore
Settimane che si rincorrono. Vortici incrociati. Di anno in anno. In crescendo di velocità. La magia, però. È sempre lì. Ferma. Immune. A illuminare grandi e piccini. Nello scrivere a Gesù Bambino. Potremmo limitarci a chiedere sotto l’albero. Felicità e salute. Prima di tutto. Non sarebbe retorica. Invece, questa volta, aggiungiamo. Meraviglia. Capacità di empatie e di stupori. Verso tutto quello che ci coglie all’improvviso. Imprevisti. Colpi di scena. Personali e collettivi. Per dirla con Kahlil Gibran. “E se poteste mantenere la meraviglia del vostro cuore dinanzi ai miracoli quotidiani della vostra vita, il vostro dolore non sembrerà meno meraviglioso della vostra gioia.” È l’auspicio più bello. Per far sì che sia Natale. Tutto l’anno.