CRONACA
Guerra in Medio Oriente, Gobbi: "Neutralità in ogni circostanza"
Il direttore del DI sul nuovo sanguinoso capitolo del conflitto tra israeliani e palestinesi: "Anche la Svizzera viene toccata"

di Norman Gobbi*

I missili e le incursioni di Hamas hanno sorpreso l’esercito più allenato del mondo, quello israeliano, con un servizio d’intelligence, il Mossad, che più di tutti ha dimostrato la sua efficacia. È questo uno degli aspetti che hanno colpito tutti gli osservatori. Dall’altra parte anche la potenza di fuoco messa in campo contro Israele stupisce e conferma quanto già si sapeva, ossia che il gruppo terroristico islamista viene ben foraggiato da altre nazioni. È evidente a tutti che questo scenario di guerra aggrava la situazione sullo scacchiere internazionale, già confrontato con la guerra in Ucraina e con molte altre crisi, quella in Siria o nello Yemen per esempio. Questi fatti interrogano anche il nostro Paese, chiamato a confrontarsi con i risvolti politici di simili conflitti.

La guerra è sempre una cosa sbagliata, che va a colpire sempre le parti più deboli e indifese. Detto questo, anche la Svizzera viene toccata dal conflitto. Mi aspetto una reazione di condanna da parte di Berna nei confronti dei terroristi di Hamas e una solidarietà nei confronti del popolo ebraico, ma pure dei palestinesi che nulla hanno a che vedere con il terrore che vige in quei territori. Certo, l’equilibrio è fragile. Da parte nostra anche in questa circostanza vale ancora di più l’affermazione della neutralità, quale valore da vivere e da esercitare in ogni circostanza. Così come è necessario pensare preventivamente alle nostre capacità di difesa, sostenendo i progetti che toccano l’Esercito svizzero e non andando a combatterli. La realtà ci sbatte in faccia situazioni gravi. E qui non penso solo alle guerre, ma pure a fattispecie legate a catastrofi naturali, oppure alla grande questione della migrazione.

Un piccolo episodio che però ci fa capire molto su quel che capita e su ciò che dobbiamo fare per proteggerci: l’acquisto di un nuovo aereo per il Consiglio federale è stato aspramente criticato. “Soldi spesi per nulla” si è detto. Chiaro: se questo velivolo servisse solo per gli spostamenti dei Consiglieri federali sarei il primo a combatterne l’acquisto. Ma dovrebbe servire anche per intervenire rapidamente a “recuperare” i nostri connazionali sorpresi in Paesi colpiti da grosse crisi. Oggi non abbiamo questa possibilità, ma ci avvaliamo della collaborazione di Swiss (in mani tedesche). Tutto questo perché la proposta dell’acquisto di un aereo da mettere a disposizione dell’Esercito per tali eventualità è stata bocciata dalle Camere federali. La pandemia ci ha però fatto capire che in tempo di crisi occorre far da soli, essere “autosufficienti” e pronti a ogni evenienza.

*Direttore DI - Articolo apparso sull'ultima edizione del Mattino della Domenica

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