Lo ha detto il Vescovo ad interim dopo una serie di incontri con la popolazione in tutto il Ticino, cui ha partecipato assieme ad una psicoterapeuta. "Non volevano stare soli con la sofferenza. Per ora non forniamo però cifre"
BALERNA - Molte vittime di abusi da parte della Chiesa Cattolica si sono fatti avanti, sia con la Diocesi sia durante le serate organizzate in giro per il Ticino per parlarne. Il Vescovo ad interim De Raemy non ha voluto fornire cifre ma è sicuramente soddisfatto della reazione delle persone.
Ieri sera si è svolto a Balerna l'ultimo di una serie di incontri in cui veniva spiegato ai parrocchiani che cosa è emerso dallo studio di Zurigo, quello che ha evidenziato come fossero stati commessi parecchi casi di molestie e abusi anche nella chiesa svizzera negli anni, e si ragionava assieme su che cosa è successo e su che cosa si può fare in futuro. Il Vescovo ad interim, che ha voluto fortemente metterci la faccia, era accompagnato da Myriam Caranzano, già direttrice della Fondazione Aiuto, Sostegno e Protezione dell'Infanzia (ASPI).
“Questo appello è stato ascoltato ed è bello vedere e sapere che è cresciuta la fiducia, e speriamo che possa continuare così. In questo senso, abbiamo tanto rispetto verso le persone, al punto che – per ora – non forniamo nemmeno le cifre”, ha commentato De Raemy a ticinonews, commentando il fatto che siano state parecchie le vittime a prendere la parola, in un clima di ascolto e di rispetto, durante le serate. Non sono pochi nemmeno quelli che hanno contattato la Diocesi raccontando la loro storia.
Si tratta di eventi risalenti a anni fa e dunque non punibili per legge, ma certamente aver scalfito il muro dell'omertà fa bene. "Le persone non volevano rimanere con la loro sofferenza".
Inoltre, un tema caldo, oltre alla condivisione di quanto purtroppo vissuto, è stato come poter fare in modo che non accada più. L'obiettivo del Vescovo ad interim è che non si smetta di parlarne, che anche le parrocchie continuino a rifletterci insieme.