A Liscio e Macchiato parliamo anche delle bordate della NZZ sui salari pubblici e di quelle del presidente del Politecnico di Losanna sulle proteste pro Palestina
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Fa discutere, e non solo in Svizzera, la vittoria di Nemo all’Eurovision Song Contest. L’artista, che si definisce “non binario” ha affrontato il problema dell’identità di genere con il suo brano The Code. All’exploit del rapper elvetico sono dedicate le aperture e i commenti di Regione e Corriere del Ticino, firmati da Beppe Donadio e Mauro Rossi. Già ieri il presidente dell’UDC ticinese aveva criticato l’appello rivolto dal cantante al consigliere federale Beat Jans affinché la Svizzera riconosca il terzo sesso e la disponibilità di quest’ultimo a discuterne. E comunque la si pensi, Nemo divide l’opinione pubblica, come dimostra anche il post del controverso generale Roberto Vannacci, candidato alle Europeee, secondo il quale “il Mondo al Contrario è sempre più nauseante”.
A Liscio e Macchiato parliamo anche delle bordate della NZZ sui salari pubblici: “Lo stato paga stipendi principeschi e attira le persone con ogni sorta di prelibatezze. I dipendenti federali ricevono in media il 12% in più di salario rispetto a posizioni comparabili nel settore privato. Lo dimostra uno studio degli economisti Marco Portmann e Christoph Schaltegger dell'Istituto svizzero di politica economica dell'Università di Lucerna. Inoltre, i Cantoni e i Comuni retribuiscono generalmente i loro collaboratori meglio di quelli del settore privato con qualifiche comparabili”.
E a proposito di bordate, ci sono anche quelle del presidente del Politecnico di Losanna sulle proteste pro Palestina nelle università elvetiche: “Non vogliamo che si creino in Svizzera le condizioni americane”.