Così il sindaco di Lugano, Marco Borradori, replica alla sparata del collega di Municipio e di partito Lorenzo Quadri
LUGANO – “L’appartenenza alla RSI non è motivo di privilegio ma neppure di esclusione”. Così il sindaco di Lugano, Marco Borradori, replica alla sparata del collega di Municipio e di partito Lorenzo Quadri. Il tema è il concorso per la successione a Lorenzo Sganzini alla guida del Dicastero cultura.
“Gli aspiranti in arrivo dalla Pravda di Comano (ndr: la RSI) fanno il favore di rimanerci. Di esponenti della gauche-caviar nella pubblica amministrazione ce ne sono già più che a sufficienza”, ha scritto Quadri su Facebook.
Nel primo pomeriggio di oggi i municipali di Lugano hanno ricevuto la lista dei candidati, che sono 18. E sicuramente, se Quadri è uscito con la sua presa di posizione (che tra l’altro risale a ieri pomeriggio) tra i candidati c’è anche qualche dipendente della RSI.
Borradori fa una premessa: “Fin dall’inizio Quadri ha detto in Municipio di essere contrario alla sostituzione di Sganzini, ritenendola non necessaria in quanto quella posizione avrebbe esaurito la sua ragione di essere. Io credo invece che non sia così. La cultura a Lugano sta vivendo un momento spumeggiante ma è ancora in fase di crescita ed è dunque importante che ci sia una figura di riferimento che sappia mettere insieme le varie anime che compongono il mosaico. Il lavoro non è facile e c’è anche un problema di reperimento di fondi. Penso quindi che sia importante individuare una persona dedicata a questo ruolo. Il settore della cultura è un giardino difficile da coltivare”.
Poi il sindaco entra nel merito e dice: “Sinceramente mi stupisce un po’ lo stupore di fronte alle affermazioni di Quadri, in quanto la sua posizione è chiarissima, il che non significa che sia giustificabile. Anche per questo credo sia fondamentale in questo momento separare la posizione di un singolo membro del Municipio - che personalmente non condivido, ma che rientra nelle libertà di espressione che tanto apprezziamo – da quella del collegio. Poi, alla fine, in politica chi fa certe affermazioni se ne assume la responsabilità”.
Borradori ricorda che il Municipio ha designato una commissione di valutazione composta da quattro persone, che dovrà valutare le 18 candidature e procedere alle audizioni delle persone che rispettano i requisiti indicati nel bando di concorso.
“E nel bando – aggiunge - non è ovviamente prevista come condizione la non appartenenza alla RSI. Quindi, se per ipotesi il Municipio seguisse la linea di Quadri, i candidati che venissero esclusi unicamente in quanto dipendenti della RSI potrebbe ricorrere e otterrebbero ragione. Alla fine gli elementi che conteranno saranno invece le indicazioni della commissione di valutazione e le conoscenze, anche di cultura imprenditoriale, dei candidati e del candidato prescelto”.
emmebi