Il sindaco di Lugano dice la sua sull'ultima polemica sul Piano viario: "Chi guarda indietro, pensando di ripopolare il centro di automobili, fa un ragionamento anti storico"
LUGANO - “Il problema del PVP va risolto una volta e per tutte. In un senso o nell’altro, ma va risolto. E in tempi brevi”.
Marco Borradori va dritto al nocciolo della questione nel commentare l’ennesima puntata della telenovela sul piano viario di Lugano. Una vicenda che il sindaco definisce come un “nervo scoperto” della Città e che continua a provocare forti tensioni e spaccature nella popolazione.
A gettare l’ultima tanica di benzina sul falò dell’infinita polemica è stato Franco Ambrosetti. L’imprenditore, in un articolo apparso sul Corriere del Ticino, si è scatenato contro il PVP e contro l’autorità comunale. Per il sindaco, Ambrosetti, ha utilizzato “toni un po’ sopra le righe” ma, aggiunge, “il contenuto di quanto da lui espresso è certamente condiviso da una parte dei luganesi. Io invece la vedo in un altro modo”.
Di qui, spiega Borradori, l’assoluta necessità di arrivarne a una: “La faccenda non può più essere trascinata. Condivido l’obbiettivo espresso da Angelo Jelmini al vostro portale di giungere a una soluzione definitiva entro la fine della legislatura. Non possiamo più rimanere incagliati in questa discussione vorticosa. È giusto che i luganesi decidano una volta e per tutte che tipo di mobilità desiderano. Mi impegnerò a fondo perché questo accada nei tempi indicati”.
E il cittadino Borradori che tipo di mobilità auspica per il fuutro della Città? “Personalmente ho le idee molto chiare: immagino una Lugano il cui centro sia sempre più pedonalizzato, compreso il lungolago. Basta gettare l’occhio fuori dall’uscio di casa per vedere che in tutta Europa, come nel resto della Svizzera, si sta andando in questa direzione. La valorizzazione dei centri urbani passa attraverso una chiusura al traffico delle vie centrali. A mio avviso chi guarda indietro, pensando di ripopolare il centro di automobili, fa un ragionamento anti storico e anche anti economico, se penso ad esempio al turismo e alla qualità della vita. Io sono invece convinto che dobbiamo volgere lo sguardo verso il futuro, il nuovo, il bello”.
“Il problema - riflette ancora il sindaco - è che il PVP è un ibrido. Non è né carne né pesce. È come se ci trovassimo a metà del guado. Diversi anni fa, infatti, abbiamo intrapreso questo percorso di ripensamento della mobilità e oggi dobbiamo portarlo a termine con scelte precise. Dall’esperienza fatta possiamo dire che il Piano non funziona per quanto riguarda il cuore della Città, mentre ha dato buoni risultati in tutte le altre zone. Ora si tratta di decidere se andare avanti o tornare indietro. E per quanto mi riguarda, come detto, non ci sono dubbi”.