Fiorenzo Dadò durissimo contro la svolta nella vendita di materiale bellico: "Poi si ha anche il coraggio di lamentarsi che ci sono persone che migrano da noi per fuggire da miserie e guerra"
BERNA/BELLINZONA - “La Svizzera non è un Paese di guerrafondai: vendere armi a certi Paesi è da irresponsabili!”.Â
Fiorenzo Dadò non usa giri di parole per esprimere tutta la sua indignazione. Il presidente del PPD, tramite un post su Facebook, si scaglia contro la decisione della Commissione del Consiglio Nazionale, che ha sposato la testi del Governo circa un allentamento della vendita delle armi all’estero. Vendita che si vuole sia consentita anche in quei Paesi dove c’è un conflitto in corso.
“La vendita e la fabbricazione di armi per fare la guerra in un paese come il nostro che si vuole civile e neutrale - scrive Dadò - è già di per sé discutibile.
Forse può essere giustificato quando servono per difendersi. Purtroppo il mondo non è un luogo perfetto e sarebbe illusorio pensare che la malvagità e la voglia di sopraffare l'altro con la forza spariscano dall'oggi al domani”.
 “Quel che è inaccettabile, direi deleterio - prosegue nel ragionamento il leader pipidino - è che in un paese come il nostro, che ha dato vita a istituzioni di pace come la Croce Rossa, vi siano dei governanti, dei politici, che osino anche solo pensare di vendere armi svizzere a paesi nei quali vengono usate contro civili e innocenti, per le atrocità che vediamo benissimo tutti.
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“Se tutto questo è già deleterio - conclude Dadò - non si riesce a qualificare la volontà di allentare addirittura le restrizioni e i controlli! Poi si ha anche il coraggio di lamentarsi che ci sono persone che migrano da noi per fuggire da miserie e guerra. A queste cose bisogna opporsi con tutte le forze”.