La proposta è stata formalizzata all'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Intanto si apre un nuovo capitolo: quello sull'assicurazione contro gli infortuni non professionali dei ministri
BELLINZONA - 16.500 franchi all’anno, spese telefoniche comprese. È questa l’ultima proposta del Consiglio di Stato recapitata all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, per tentare di regolare e chiudere la faccenda del forfait annuale, per la copertura delle spese personali, dei ministri.
Una capitolo che si inserisce nel più ampio dossier di “rimborsopoli”: una vicenda che nell’ultimo anno ha visto consumarsi un duro conflitto fra Governo e Parlamento. Un conflitto tutt’ora in corso, considerato che la Sottocommissione finanze della Gestione, coordinata da Fabio Bacchetta Cattori, deve ancora decidere se avanzare o meno all’Esecutivo una richiesta di risarcimento di parte dei rimborsi spese incassati senza una chiara base legale.
Ma tornando al forfait annuale, Il Consiglio di Stato, come anticipato dal Corriere del Ticino, ha deciso di calare la carta del compromesso. Si era infatti creato uno stallo tra la prima richiesta dei ministri - 18’000 franchi, spese telefoniche comprese - e quella del Gran Consiglio, 15’000, punto e basta.
In una lettera inviata all’Ufficio presidenziale, il Governo ha formalizzato la propria proposta: 16’500 franchi, per l’appunto. Uno scarto di 1.500 franchi rispetto agli estremi fissati dalle parti dunque, che per altro si sta già riflettendo sulla copertura degli attuali oneri per l’uso del cellulare. Scrivono infatti i ministri: “Coerentemente, a partire dal mese di luglio, l’importo mensile provvisorio versato ai consiglieri di Stato per le spese telefoniche (che include il costo dell’abbonamento e quello dell’apparecchio) è fissato a 125 franchi”. Ora tocca al Gran Consiglio decidere se accettare o meno.
Ma sul tavolo dell’Ufficio presidenziale è giunta anche una seconda risoluzione governativa, per la quale si cerca un avallo: “Abbiamo di recente appurato – scrive il Governo nella missiva anticipata dal CdT – che dal 1978 i premi per l’assicurazione contro gli infortuni non professionali dei membri del Consiglio di Stato sono assunti dallo Stato; purtroppo nonostante ricerche effettuate nelle decisioni governative e negli archivi della Sezione delle risorse umane, non è stato possibile chiarire secondo quali modalità e su quali basi si sia giunti a questa decisione, ma si presume sia dettato dalla particolarità della carica di consigliere di Stato, dove non è possibile scindere l’attività professionale da quelle non professionali”. I ministri chiedono che tale sistema venga mantenuto.