Il sindaco interviene duramente sull'ultimo capitolo della polemica tra il vertici del Centro Culturale e il regista
LUGANO - L’incontro tra il Municipio, i vertici del LAC e la Compagnia di Daniele Finzi Pasca, non si farà. Il Comitato direttivo del centro culturale, infatti, ha fatto sapere oggi che non intende sedersi al tavolo. Un tavolo, come ci conferma Marco Borradori, che era già stato convocato per giovedì alle 12.30 e a cui avevano aderito sia il regista che l’Esecutivo.
“Sono deluso - afferma il sindaco - per questa decisione dei vertici del LAC. Loro hanno il potere istituzionale per muoversi in autonomia rispetto al Municipio, ma non va dimenticato che questa vicenda ha toccato tutta la cittadinanza. Oltre a ciò la Città versa 5 milioni all’anno nelle casse del centro culturale. E dunque, quando vi sono problematiche che hanno una valenza generale, come nel caso di Finzi Pasca, è giusto che l’Esecutivo se ne occupi ed esprima la propria posizione. In questo senso, la decisione dei vertici del Centro culturale di sottrarsi al confronto, rappresenta uno sgarbo istituzionale. Il LAC è di tutti e non solo dell’Ente autonomo che lo gestisce…”.
Borradori giudica “eccessivi” i toni usati dal LAC nel comunicato odierno (leggi articolo correlato). “Credo che i vertici del Centro culturale non abbiamo capito che questa non è una vicenda che investe soltanto loro, ma l’intera comunità di Lugano, che è un po’ disorientata da tutte queste polemiche. Polemiche che fanno male alla Città, alla cultura e anche al LAC”.
“Chi si sottrae al confronto - conclude Borradori - passa sempre dalla parte del torto. Soprattutto se, come è il caso del LAC, pensa di avere delle ragioni. Il Centro culturale ha deciso di non sedersi al tavolo, al contrario di Finzi Pasca, e questo comporta delle responsabilità. Daniele non è solo un grande artista ma è un figlio di Lugano. Porta il nome della Città in tutto il mondo. Di questo bisogna pur tenerne conto. Purtroppo credo che a questo punto la frittata sia stata fatta. Anche se ovviamente spero ancora di no…”.
AELLE