I deputati leghisti presentano una mozione in cui chiedono che "vengano previste nel diritto cantonale le disposizioni necessarie alla posa di una rete idonea alla diffusione del 5G in tempi brevi"
BELLINZONA – Lo scorso mese, la Commissione federale delle comunicazioni ha attribuito le concessioni per le nuove frequenze per l’introduzione del 5G, la rete di quinta generazione che in Svizzera sarà funzionante solo a partire dal 2020.
“La rete di quinta generazione 5G più che un cambiamento di tecnologia, è da considerarsi un cambiamento di paradigma del settore delle telecomunicazioni. Rispetto alle attuali tecnologie di comunicazione mobile (3G e 4G), il 5G presenta vantaggi essenziali soprattutto per lo sviluppo delle nuove tecnologie”. È questo uno dei passaggi presenti nella mozione inoltrata dai deputati leghisti Boris Bignasca e Amanda Rückert alla segreteria del Gran Consiglio.
“In Ticino, per ora, non sembra siano stati sviluppati dei progetti pilota per testarne le possibilità di sviluppo e i limiti dovuti alla morfologia del territorio potrebbero creare dei problemi agli operatori”.
E ancora: “ Si rischia dunque che Europa, Stati Uniti, Cina e anche l’Africa siano tecnologicamente più avanzate del nostro Cantone. In virtù degli sforzi finanziari effettuati dal Cantone e dal contribuente per una mobilità pulita, per uno sviluppo tecnologico intelligente, per la realizzazione di smart city e non da ultimo per lo sviluppo territoriale, ci si domanda se la strategia perseguita per raggiungere gli obiettivi sia quella che più corrisponde alle aspettative del cittadino e dell’economia”.
Secondo la Rückert e Bignasca proseguire nella situazione attuale significa “isolare il cantone dal resto del mondo ed in ogni caso dal mercato globale. Tramite la presente mozione, alla luce degli sviluppi tecnologici in corso a livello mondiale, chiediamo che vengano previste nel diritto cantonale le disposizioni necessarie alla posa di una rete idonea alla diffusione del 5G in tempi brevi”.