OLTRE L'ECONOMIA
Andrea Gehri: "Spesa pubblica fuori controllo. Altro che Stop ai tagli!"
Il presidente della Camera di commercio: "Lo Stato spende, sembrerebbe, soldi di cui dispone senza chiedersi il perché, ma che sono nostri e non sono infiniti"
TiPress/Alessandro Crinari

di Andrea Gehri *

Quando si parla di spesa pubblica sembra che la cosa non ci riguardi, o quantomeno riguardi qualcun altro. Lo Stato spende, sembrerebbe, soldi di cui dispone senza chiedersi il perché, ma che sono nostri e non sono infiniti.

In verità, e come non dar loro ragione, sono solo numeri in alcuni documenti tecnici chiamati conti dello Stato che pochi hanno voglia di leggere, e meno ancora si preoccupano dei contenuti e delle conseguenze. Insomma, una cosa lontana dalle nostre vite. Preferiamo, a torto, scandalizzarci sul momento, poi tutto rimane come prima!

La realtà, tuttavia, è un po’ diversa.

Anche lo Stato, come le famiglie, le aziende, le persone, tutti noi, non può spendere in modo troppo spensierato soldi di cui non dispone, pena l’indebitamento che a lungo termine può diventare cronico, eccessivo come attualmente in Ticino ed implica rischi e danni per tutta la collettività.

Guardando agli ultimi 30 anni notiamo che nel 1990 la spesa del Cantone era di circa 1.6 miliardi. Nel 2025 il preventivo indica per contro una spesa di circa 4.5 miliardi. Addirittura, quasi triplicata!

A livello di disavanzo di esercizio per il 2025 è previsto un ammanco di 97 milioni. Si tratta di soldi che non abbiamo, ma che abbiamo deciso di spendere comunque senza porci troppe domande. La nostra collettività da anni va avanti così, con debiti su debiti per finanziare le attività dell’ente pubblico. Tendenza questa assolutamente malsana!

Questa crescita esponenziale della spesa è in gran parte dovuta all’aumento dei costi della sanità e dei premi dell’assicurazione malattia chiamati a coprirli.

Questo ha reso necessario un intervento pubblico sempre più consistente. Tuttavia, l’attuale sistema di sussidi è diventato economicamente talmente oneroso, da necessitare importanti adattamenti per garantire la sua sostenibilità nel lungo termine.

Ma la cronaca recente parla di un Parlamento che ha deciso di annullare una sua precedente decisione, con cui aveva ragionevolmente ridotto tali sussidi, limitandoli alle persone che ne avessero davvero bisogno.

La riduzione, poi ritrattata, era stata dettata da alcune situazioni a dir poco scioccanti, se analizzate da vicino. Ad esempio, con il sistema di sussidi attuali una famiglia con due figli minorenni e un reddito mensile lordo di ben 12'000 franchi ha diritto agli aiuti statali!

Nulla in contrario, se i soldi li avessimo, ci mancherebbe! Ma, come vediamo, non è proprio così, mentre noi ci indebitiamo progressivamente per aiutare famiglie che forse non avrebbero davvero il bisogno di aiuto a 12'000 franchi al mese.

Ad oggi l’entità dei sussidi RIPAM (sussidi ai premi della cassa malati) ha infatti raggiunto la cifra stratosferica di 400 milioni e oltre (RIPAM ordinaria e PCI). Si tratta circa del 10% della nostra spesa pubblica, oltretutto in costante e progressiva crescita!

Ma nonostante il progressivo indebitamento non siamo stati capaci di intervenire per correggere la situazione. Come al solito anche questa volta argomenti di natura elettorale hanno, purtroppo, prevalso sul buon senso.

Non sto citando questi argomenti per un puro interesse teorico ed intellettuale. Perché l’indebitamento ha delle conseguenze reali, che mi permetto citare succintamente:

Aumento della spesa per interessi - Con un debito elevato, una parte consistente delle risorse pubbliche deve essere destinata al pagamento degli interessi sul debito.
Impatto sulla crescita economica: Un debito pubblico elevato rappresenta un ostacolo alla crescita economica a lungo termine, poiché le risorse destinate al servizio del debito non possono essere utilizzate per investimenti produttivi, infrastrutturali in beni e servizi.
Rischio di crisi di fiducia - Un debito pubblico molto elevato può portare a una perdita di fiducia da parte degli investitori, che potrebbero temere l’incapacità dello Stato di onorare le proprie obbligazioni. Questo può aumentare i tassi di interesse richiesti dagli investitori per finanziare il debito, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria.
Vulnerabilità economica - Un alto livello di indebitamento rende lo Stato più vulnerabile a shock economici e finanziari (a cui siamo esposti sempre più frequentemente), limitando la sua capacità di rispondere efficacemente a crisi future.
Spostamento del problema alle prossime generazioni - I debiti, prima o poi, vanno pagati. Se la nostra generazione non vuole farlo, saranno purtroppo i nostri figli e i nostri nipoti ad essere chiamati alla cassa. L’eccessivo indebitamento mette quindi a repentaglio anche la solidarietà generazionale, aspetto direi centrale di ogni collettività.
Mi premeva mettere in evidenza succintamente alcuni aspetti ed i rischi concreti di una tendenza alla quale ci siamo purtroppo abituati.

Ci siamo abituati a tal punto che, nonostante l’esplosione della spesa pubblica – e i numeri non mentono – diamo credito ad uno slogan che nel Canton Ticino si è progressivamente affermato: STOP AI TAGLI.

Ma quali tagli?!

Negli ultimi decenni non ci sono stati tagli ma sempre solo nuove spese. E ciò dimostra come sia davvero opportuno affrontare questo spinoso tema partendo dai fatti, in modo oggettivo e non dagli slogan politici/elettorali che non ci aiuteranno in alcun modo a risolvere i nostri problemi, anzi...

* presidente Camera di commercio

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