Tutti i partiti a parte l'UDC appoggiano l'accordo quadro, anche se per socialisti e pipidini ci sono alcune domande a cui rispondere. Luca Visentini esorta la Svizzera a non firmare. "Presto saranno possibili nuovi negoziati"
BERNA – UDC contro tutti: sembrerebbe che tutte le altre forze politiche svizzere siano decise a firmare l’accordo quadro con l’UE, di cui il Consigliere Federale Ignazio Cassis ha ribadito l’importanza parlandone al Salone dell’Auto di Ginevra: “conviene consolidare i rapporti con l'Europa, e questo è anche l'obiettivo dell'accordo quadro attualmente in discussione”.
Il PS prima era contrario in modo assoluto perché non vedeva di buon occhio l’allentamento delle misure di protezione per i lavoratori, ora sembra disposto ad un’apertura, pur avendo inoltrato una serie di domande al Governo. E sulla stessa lunghezza d’onda è il PPD, che desidera che si trovi un modo per salvaguardare gli stipendi svizzeri nonostante questo allenamento.
Una posizione che non piace a tutti. La Lega ha sparato a zero contro i socialisti, “altro che protezione dei lavoratori. La commediola è finita. La priorità del PSS è la genuflessione davanti ai funzionarietti della fallita UE. A costo di rottamare proprio quelle misure accompagnatorie con cui i socialisti si sono sciacquati la bocca per anni. E che invece – ora è confermato – costituivano solo l’ennesima presa in giro. Del resto, l'obiettivo dei socialisti è e rimane l'adesione della Svizzera alla DisUnione europea, oltre che la distruzione della nostra sovranità e dei nostri diritti popolari. Un tale obiettivo è manifestamente incompatibile con la difesa dei salari dei lavoratori svizzeri. Coerentemente con il suo programma di adesione della Svizzera all’UE, il PSS non poteva certo lasciarsi scappare l'occasione per approvare lo sconcio accordo quadro istituzionale”, diceva una dura nota.
Anche all’interno non tutti concordano. La candidata al Governo Amalia Mirante, per esempio, è contraria alla firma dell’accordo quadro così com’è. “Non dobbiamo cedere ai diktat dell’UE. Un accordo fatto ai danni di chi lavora non è mai un accordo giusto. E non dobbiamo firmarlo”, ha postato.
Oggi è emersa però una dichiarazione da parte di un dirigente sindacale europeo che raccomanda alla Svizzera di rinegoziare l’accordo, dato che non è positivo per il nostro Paese. Luca Visentini è convinto, come spiega in un’intervista rilasciata ai quotidiani del gruppo Tamedia, che l’UE non oserebbe chiedere ai suoi stati membri come Germania o Svezia di “adottare il diritto europeo per i lavoratori distaccati e riduca le sue misure di accompagnamento”.
Lui, che è il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, afferma che l’UE stia violando la legislazione sui lavoratori distaccati. "L'UE sarà ben presto dotata di una nuova commissione e di un nuovo parlamento. Negoziati dovrebbero essere possibili", ha aggiunto.