L'ex sindaco di Lugano critica il Municipio e il Legislativo: "Se la politica cerca soluzioni calate dall’alto incontrerà solo difficoltà"
LUGANO - La definisce “una scelta discutibile, se non sbagliata”. Giorgio Giudici critica la decisione del Municipio e del Consiglio Comunale di Lugano di escludere l’autogestione dalla riqualifica dell’ex macello. D’altra parte era stato proprio l’allora sindaco Giudici, insieme a Giuliano Bignasca, a trovare quella sistemazione ai molinari diciassette anni fa.
Ora, come prevedibile, siamo al muro contro muro tra istituzioni cittadini e autogestiti, con la Città determinata a portare a casa il nuovo progetto e i molinari che non hanno nessuna intenzione di andarsene.
“Era scontato che si arrivasse a questo braccio di ferro. Diciassette anni fa trovammo una soluzione. Una soluzione criticabile ma imperniata sulla realpolitik”, spiega Giudici in un’intervista pubblicata oggi sulla Regione.
“Come cittadino semplice - aggiunge Re Giorgio - sto alla finestra. Però, se la politica cerca soluzioni calate dall’alto incontrerà solo difficoltà. Anzi, si rischia di rinforzare il movimento con conseguenze che andrebbero ponderate meglio”.
È difficile, lo incalza però il giornalista del quotidiano bellinzonese, dialogare con gli autogestiti: “Chiaro che il dialogo con questo genere di realtà è complicato - ribatte Giudici - ci sono sempre interlocutori diversi, ma fa parte del gioco. Alcuni consiglieri comunali mi hanno chiesto un parere. Gli ho risposto che, in base all’esperienza, mostrare i muscoli, senza comprendere le conseguenze (come nell’ottobre 2002 dopo lo sgombero, ndr) appare una scelta discutibile se non sbagliata. D’altra parte, mi pare che l’esecutivo non abbia l’autorevolezza per trovare una soluzione realistica”.