Riflessioni a margine del Comitato cantonale dei liberali radicali, ricordando la lezione di Geo Camponovo
di Andrea Leoni
Il PLR ha fatto bene a non avvitarsi sulla sua crisi, mettendosi alla ricerca del quarto presidente (e mezzo) in dieci anni. La cacciata dell’Ufficio presidenziale strillata da alcuni, e sussurrata da altri, non ha trovato alcuna sponda nel Comitato Cantonale riunitosi ieri sera alla Sopracenerina di Locarno, rivelandosi meno che un petardo bagnato. Partirono per suonare e finirono suonati. Pura improvvisazione.
L’attesa riunione del parlamentino liberale radicale, alla fine, si è risolta in un brodino caldo, rimedio di prima mano per assistere, non per curare, l’ammalato. Probabilmente, in questa fase, non si poteva chiedere di più al PLR. Prima di chinarsi sulla malattia, il paziente ha bisogno di assorbire le tossine della sconfitta e di rimettersi un po’ in forze.
Tuttavia, il presidente Bixio Caprara, ha abbozzato un piano di cura, una prospettiva di rilancio, riassunta in quattro punti: un sondaggio per coinvolgere la base a cui, punto due, seguiranno dei workshop tematici; tre un cambio di rotta nella comunicazione; un gruppo di lavoro che accompagni l’UP in questo percorso, infine.
Si tratta di una proposta deludente, nella forma e nel merito. Quando l’abbiamo letta è affiorato dai ricordi un memorabile intervento di Geo Camponovo - parole che dovrebbero essere scolpite nella testa di chiunque fa politica - durante il Comitato cantonale che seguì la storica sconfitta alle Cantonali del 2011, allorché il PLR perse la maggioranza relativa in Governo. “Quando un partito non sa cosa fare, organizza un gruppo di lavoro”, disse l’ex Consigliere Nazionale, nel frattempo defunto.
Probabilmente è questa la verità: oggi il PLR non sa che pesci pigliare e per questo si affida al solito rosario di espedienti per guadagnare tempo, cercando di condividere con la base la patata bollente. Ed è l’unica buona scusa per proporre una simile road map.
Il sondaggio, soprattutto per un partito storico e in un nuovo scenario nel quale l’elettorato è così volubile e sfuggente, è uno strumento spuntato. Il termometro del pensiero della base esiste già, senza il bisogno di ricorrere a ricerche demoscopiche. Sono le sentinelle sul territorio: le sezioni, i Consiglieri Comunali, i Municipali. E uno dei compiti di un Ufficio presidenziale è proprio quello di ascoltarli. L’approccio del sondaggio, tra l’altro, ribalta un metodo in maniera pericolosa e deresponsabilizzante: è il vertice che deve guidare la base, e non viceversa. Altrimenti a cosa servono i leader? I militanti li eleggono proprio per assolvere a questo compito.
Secondo punto. Il PLR non ha un problema di comunicazione. Giungere a questa conclusione, significa aver sbagliato completamente l’analisi. Il problema dei liberali radicali sono i contenuti, è il prodotto, se volessimo usare il linguaggio del marketing. Le risposte sui principali problemi del Cantone sono incerte, insufficienti, paternalistiche, per dirla con Michele Bertini, almeno secondo il giudizio degli elettori. Il PLR troppo spesso subisce l’agenda politica, anziché dettarla. Pur di non fare scelte chiare, talvolta, si avvita su posizioni incomprensibili.
Emblematico in tal senso, con ben sottolineato ieri sera da Fulvio Pelli durante il Comitato Cantonale, è stato l’arzigogolare della sezione di Lugano sul dossier aeroporto. “Non sono riuscito a capire - ha detto l’ex presidente - la posizione del PLR luganese sullo scalo di Agno. O è sì o è no. O si crede che quella struttura sia necessaria per tenere collegato il Cantone con il resto della Svizzera e del Mondo, oppure che lo si ceda ai privati. Non si può portare avanti un rapporto in Consiglio Comunale e poi, quando si perde, si vota quello degli altri. Anziché, con coerenza, votare no”. Non si può essere un po’ incinta, insomma, come avevamo scritto anche noi alla vigilia del dibattito. Occorre il coraggio di profilarsi, assumendosi il rischio di avere torto o ragione una volta che le scelte saranno state implementate.
Infine, ma non da ultimo, lascia parecchie perplessità l’idea di un nuovo gruppo di accompagnamento al vertice per costruire la svolta. Un gremio che si somma ai molti già presenti nel partito: ufficio presidenziale, direttiva, comitato cantonale, gruppo parlamentare….Una sovrastruttura che non farà che appesantire un partito già pesante, a livello organizzativo. Una scelta anti storica in un periodo in cui la politica è sempre più rapida, agile e snella.
Confidiamo che l’Ufficio presidenziale, dopo averle esposte sommariamente sotto le bombe della trincea, rifletta bene sulle misure che vorrà adottare, non imboccando strade già battute mille volte che condurranno il partito nel solito vicolo cieco. A tutti i liberali radicali sinceri auguri di buon lavoro.