Il leghista chiede al Consiglio Federale cosa sarebbe disposto a fare e sui social attacca: “Misura numero uno (applicabile immediatamente): impedire da subito l’accesso al Ticino ai 45mila frontalieri che lavorano nel terziario, non indispensabili"
BERNA – “Coronavirus: è più importante la salute dei cittadini o la libera circolazione delle persone?”. Usa parole forti, Lorenzo Quadri, in una domanda depositata a cui andrà data risposta durante l’ora delle domande.
Il tema è ovviamente il Coronavirus, ora presente in Lombardia. “Il numero dei contagi sale. Interi comuni sono già stati posti “in quarantena” per evitare il diffondersi del contagio. A seguito della libera circolazione delle persone, in Ticino giungono giornalmente quasi 70mila frontalieri lombardi e svariate migliaia di padroncini. Non è dato di sapere quanti provengano dalle aree colpite dal virus”, spiega il leghista.
Che poi chiede: “Il Consiglio federale è disposto, al fine di prevenire un’emergenza sanitaria in Ticino, a derogare alla libera circolazione delle persone (ed all’accordo di Schengen)? Oppure, a mente del CF, il pedissequo rispetto dell’accordo sulla libera circolazione ha la priorità su qualsiasi altra considerazione, incluse le emergenze di salute pubblica?”.
Sui social, è stato ancora più duro: “Misura numero uno (applicabile immediatamente): impedire da subito l’accesso al Ticino ai 45mila frontalieri che lavorano nel terziario, dato che nessuno di loro è indispensabile a chicchessia. Se invece di 70mila frontalieri ne entrano solo 25mila, è evidente che anche il rischio di pandemia in Ticino risulta notevolmente ridotto. Ed impedire l'accesso anche ai finti rifugiati con lo smartphone. Chiudiamo le frontiere causa pericolo contagio. Anzi, avremmo già dovuto chiuderle da un pezzo”, facendo notare come una buona percentuale di lettori, in un sondaggio del Corriere del Ticino, ha votato proprio per l’opzione di chiudere le frontiere a causa del rischio contagio.