POLITICA E POTERE
Oltre il lockdown, Dadò: "Dopo il buio la luce. Ma non torniamo a sguazzare nella baldoria come se nulla fosse"
Il presidente del PPD: "Se non vogliamo ridimensionarci un po’, riflettiamo almeno sul valore del limite e della vulnerabilità"
TiPress/Alessandro Crinari

di Fiorenzo Dadò (editoriale di Popolo e Libertà) *

Il Ticino e il mondo si sono fermati. Abbiamo vissuto giorni che ricorderemo a lungo. Il tema che ci è stato imposto con forza è quello della malattia, della vita e della morte, che tocca e ridefinisce ogni cosa. Un silenzio surreale, strade deserte, clausura e impossibilità di avere rapporti ravvicinati tra di noi. Ma anche tristezza, separazione dei nonni dai bambini e anziani rinchiusi nelle case di riposo. Nei negozi, un sospetto terrificante negli sguardi attorno a noi. Quando la minaccia è percepita e sperimentata come generalizzata, allora nessuno è immune al pensiero della morte. Noi che ci siamo passati ricorderemo a lungo i bollettini giornalieri sul numero delle persone contagiate, guarite o tristemente decedute, senza neppure la presenza rassicurante di un congiunto al proprio fianco. Al solo pensiero, vengono le lacrime agli occhi. A questi ultimi va il nostro pensiero e ai loro cari il nostro più affettuoso abbraccio.

Grazie di cuore a chi ci ha aiutati

La nostra riconoscenza va a coloro che in un modo o nell’altro si sono dati da fare per affrontare questa emergenza, stravolgendo dall’oggi al domani le proprie vite per dedicarsi alla Comunità. Queste persone si sono impegnate senza lamentarsi per alleviare le nostre difficoltà. In primis ci sono gli operatori sanitari e coloro che hanno toccato con mano la sofferenza. Ma anche tanti altri, nei più disparati settori, e coloro che hanno prestato aiuto con le luminose azioni di volontariato. Grazie!

Abbiamo fatto la nostra parte con impegno

Anche noi abbiamo cercato di fare del nostro meglio, con impegno e nel limite delle possibilità date dalle distanze sociali. Durante la pandemia, attraverso le conference call, Maurizio Agustoni ha riunito il Gruppo parlamentare 5 volte mentre il presidente del Gran Consiglio Claudio Franscella ha organizzato ben 10 riunioni, di cui 4 con i presidenti di Partito. Nel solo periodo Covid-19, gli atti parlamentari a sostegno della popolazione presentati dal PPD sono stati 27 (cfr. pag. 4-9). A Berna 6, da Marco Romano e Fabio Regazzi, mentre 20 in Ticino, da noi parlamentari. Una nota di merito va al nostro consigliere di Stato Raffaele De Rosa e al suo staff, sempre in prima linea e con il quale abbiamo collaborato in modo costruttivo.

Il tuo problema è anche il mio!

Un virus non è un essere vivente, ma una semplice formula chimica, che da sola, senza un ospite, non va da nessuna parte. Non è vita, perlomeno come la intendiamo noi, eppure ha annientato il senso di onnipotenza collettivo dell’intera Umanità e ci ha fatto sentire indifesi, esposti, smarriti. Ci ha messi in ginocchio e ha aperto una ferita che sentiremo bruciare per molto tempo. Adesso che il lockdown è finito, non torniamo però a sguazzare nella baldoria della vita come se nulla fosse, ma cerchiamo di imparare qualcosa di utile. I nostri Avi ci hanno insegnato con l’esempio che da ogni grande male l’Umanità può trarre qualche insegnamento positivo, che il senso della luce ha ragion d’essere perché c’è il buio. Se non vogliamo ridimensionarci un po’, riflettiamo almeno sul valore del limite e della vulnerabilità. Perché la capacità di contare sulle nostre forze è importante, ma dobbiamo anche collaborare e guardare ai problemi degli altri come se fossero i nostri. Come i fiori che rinascono a primavera, dopo il buio, arriva la luce.

 

* presidente cantonale PPD e deputato in Gran Consiglio

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