POLITICA E POTERE
Disordini alla Foce di Lugano, Niccolò Salvioni: "Perché non si è intervenuti prima? La legge è chiara. Non basta?"
L'ex municipale di Locarno: “Come è possibile che un tale assembramento illegale abbia necessitato un intervento di polizia solo dopo che si siano verificate delle risse? E chi sono i responsabili dell’evento?”
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 di Niccolò Salvioni *

Dispiace vedere giovani, anche un po’ alticci, prendersela con poliziotti. Eppure, sono tutti intelligenti e istruiti. Dal loro abbigliamento si vede che non sono male in arnese, belle felpe, scarpe, giubbotti con cappucci di pelo.

Perché erano lì, e così tanti, tutti assieme in 800? Una festa? Sicuramente sanno come ci si comporta per evitare la diffusione del virus. I principi di igiene personale sono chiari e noti. Anche ai giovani. Fino alla paranoia.

Anche loro hanno padri, madri e nonni, in età a rischio. Sanno che i nuovi ceppi ora si propagano in particolare tra di loro. Magari anche qualche parente loro ha già perso la sfida col virus. Che il virus abbia forse sviluppato una componente ”psy-virus” che spinge le persone, anche ragionevoli, a disobbedire irrazionalmente per potersi meglio (il virus) diffondere e sopravvivere?

I media sociali pullulano di Covid-scettici convinti. C’è anche chi crede loro, ne hanno tutto il diritto. Il virus, i morti, non esistono. Anche partiti politici con responsabilità di maggioranza relativa dissentono apertamente dalla politica del Consiglio federale. Ciò aiuta a prendersela con le istituzioni e coloro che le rappresentano, alla prima occasione, ed a rendere vani gli sforzi ed i sacrifici di una maggioranza silenziosa.

Sabato sera, tra i fronti in tensione, in mezzo alle bottiglie, i cassonetti e la birra che stancamente volavano, unidirezionalmente, non c’erano politici. Bersagliati erano dei poliziotti. Facevano il proprio lavoro. La minaccia o violenza contro funzionari, con l’aggravante dell’assembramento di persone, sono puniti fino a tre anni di detenzione o con una pena pecuniaria (art. 285 CPS) e, nel Cantone Ticino, c’è una Giustizia. Non basta?

L’art. 286 CPS, dal canto suo (impedimento di atti di autorità), stabilisce che chiunque impedisce a un’autorità, a un membro di un’autorità o a un funzionario di compiere un atto che entra nelle loro attribuzioni, è punito con una pena pecuniaria sino a 30 aliquote giornaliere. Non basta?

Qualcuno ha organizzato l’assembramento, volontariamente? Con musica (richiamo aggregante) e bevande alcoliche (riduzione dei freni inibitori)?

Chi sono i responsabili dell’evento? Il Canton Berna gli organizzatori di eventi non autorizzati li sanziona con multe da 10’000 franchi e in casi gravi fino a 30’000 di base, dall’effetto “raggelante”. Sufficientemente dissuasivo? In Ticino una tale norma non c’è, limitandosi, eventualmente. il Cantone. a fatturare i costi effettivi dell’intervento.

Come è mai possibile che un tale assembramento numericamente illegale dal profilo delle disposizioni federali per combattere l’epidemia sembra abbia necessitato un intervento di polizia solo dopo che si siano verificate delle risse? Perché non si è intervenuti prima?

L’articolo 3c dell’Ordinanza Covid-19, situazione particolare), circa i “Provvedimenti nello spazio pubblico” stabilisce che sono vietati gli assembramenti di più di 15 persone, segnatamente in piazze pubbliche, luoghi di passeggio e parchi e che chiunque deve portare una mascherina facciale nei seguenti settori dello spazio pubblico: nelle aree pedonali animate dei centri urbani, dei nuclei di paesi. L’articolo 6 dal canto suo stabilisce che le manifestazioni sono vietate.

L’articolo 13 lit. g della stessa ordinanza stabilisce che è punito con la multa chi intenzionalmente viola il divieto di assembramento nello spazio pubblico secondo l’articolo 3c capoverso 1 e chi intenzionalmente svolge una manifestazione o partecipa a una manifestazione vietata secondo l’articolo 6 capoversi 1 e 2. Secondo l’articolo 106 CPS, se la legge non dispone altrimenti, il massimo della multa è di diecimila franchi. Non basta? La Confederazione è tanto lontana?

Come è possibile che dei giovani intelligenti ed istruiti insultino e aggrediscano goffamente la polizia comunale, giunta assieme a quella cantonale per proteggere la salute e incolumità loro e dei loro famigliari?

In talune banlieues francesi, chiamate “zones grises” o terra priva di diritto o di “anomia”, quando intervengono non solo la polizia, ma anche i pompieri o le ambulanze, questi vengono sistematicamente accolti con lancio di oggetti contundenti vari dai balconi, poiché rappresentano lo Stato. 

Come è immaginabile per un giovane che si trovi per strada alticcio con il birrino con il fondo caldo in mano, lanci la bottiglia, fiaccamente, a traiettoria parabolica (non tesa) verso dei poliziotti senza difesa, che non portavano neppure il berretto, con il rischio quindi di ferirli anche gravemente, stupidamente?

Poliziotti in sotto numero e dall’equipaggiamento inadeguato, che eroicamente sono riusciti a tenere a bada un drappello di esagitati, evitando danni maggiori alla maggioranza pacifica, rispettando rigorosamente il principio della proporzionalità: niente manganelli. Niente ossa fracassate o feriti gravi. Niente morti. Onore a loro, al loro sangue freddo e professionalità.

In altri paesi, anche una sola scintilla, avrebbe causato un incendio, difficile da domare. Incendi che durano le notti estive e solitamente si protraggono fino ai primi freddi seri, per poi riaccendersi con i primi tepori dell’anno dopo, e così via.

L’istinto del gregge, l’alcol, la monotonia da chiusura giocano brutti scherzi. L’inasprimento delle pene non serve, sul momento, a inibire l’istinto da gregge. La Giustizia, per avere effetto preventivo, deve poter giudicare, per tempo.

I nostri giovani non sono degli incivili e i nostri poliziotti si sanno controllare: a Lugano e in Ticino, tutto sommato, viviamo ancora in un paese fortunato.

Il giorno della liberazione dal virus, e dai suoi nefasti effetti, purtroppo, per tutti noi, non è ancora giunto. Per festeggiare la liberazione, anche dalle zone grigie, purtroppo, è ancora presto.

 

* ex municipale di Locarno, responsabile Dicastero sicurezza

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