Intervista all'ex deputato radicale, macronista di ferro, sul primo round delle elezioni francesi e sulla prossima sfida tra Macron e Le Pen
Jacques Ducry, lei che è un macronista di ferro, ha tirato un sospiro di sollievo dopo il primo turno delle elezioni francesi?
“Sì, ma solo in parte. Quattro punti di distacco da Marine Le Pen non sono male in effetti….ma è meglio essere pessimisti anche per il secondo turno. Spero che il fronte Repubblicano si ricompatti per il ballottaggio. Tuttavia ho paura che la sinistra, che con Mélenchon vale oggi il 20%, non voterà Macron come cinque anni fa. Questo anche a causa della proposta del presidente di aumentare l’età pensionabile. Un errore strategico, a mio avviso”
Quindi la sfida al ballottaggio è ancora apertissima?
“A beh sì, altroché! Tutti quelli che sono contro voteranno Le Pen. È il centrosinistra che deve mobilitarsi se vuole evitare la storica vittoria dell’estrema destra. Ma, come le dicevo, temo che i voti della sinistra si spostino più verso Le Pen, al netto di quelli che staranno a casa. Sarà una sfida appassionante e tiratissima. Mi aspetto un 51 a 49, ovviamente spero a favore di Macron”.
E se vincesse Marine Le Pen?
“Ci attenderebbe un futuro tragico per la coesione europea e molto, molto, preoccupante per la Francia”.
Non le sembra di esagerare? Il nuovo contesto internazionale segnato dalla guerra tra Russia e Ucraina e il nuovo profilo che si è data Le Pen, potrebbero prefigurare un futuro meno scombussolato di quelli che lei tratteggia.
“È vero che Le Pen si è data un profilo assai meno estremista, è molto più preparata rispetto al passato, ed è molto brava quando appare in tv o alla radio. Cinque anni fa era una catastrofe. Ma resta una personalità di estrema destra e alcuni punti del suo programma lo confermano”.
Quali sono le critiche a Macron che si sente di condividere?
“La più importante è quella di aver tolto l’imposta sulle grandi fortune, non appena ha messo piede all’Eliseo. Non è stato psicologicamente positivo, soprattutto per quell’elettorato di centrosinistra che lo aveva appena eletto. Poi ha sbagliato la scelta di certe persone. Delle pensioni ho già detto. Infine, non so se è solo apparenza o realtà, ma Macron viene percepito come molto arrogante. Secondo me è mal consigliato, soprattutto. Ciò detto in questi cinque anni ha lavorato moltissimo e ha ottenuto buoni risultati, gestendo bene anche crisi epocali come quella dei gilet jaune o del Covid”.
Perché è macronista? Perché gli altri sono peggio o perché ci crede?
“Perché nel 2017, quando si è candidato, ho ritrovato nel suo progetto politico quello che è sempre stato il mio sogno anche per il Ticino, cioè l’incontro tra la cultura socialista e quella liberale, tendenza radicale, improntata all’umanesimo. Macron era quello e può esserlo ancora, anche se su alcuni temi si è spostato su posizioni liberiste, purtroppo. Quindi credo in lui e lo sostengo non perché sia il meno peggio”
Non è più dice centrosinistra….
“Non lo è mai stato, a dire il vero. Cinque anni fa era un centrista, oggi è piuttosto di centrodestra, ma continuo a riconoscermi nel suo progetto politico”.
Quindi se ci fosse stato un ballottaggio tra Macron e Mélenchon, avrebbe comunque sostenuto il presidente uscente?
“Senza dubbio, Mélenchon è un demagogo”.
AELLE