Intervista all'ex deputato, convinto europeista, sull'esito delle elezioni UE: "’C'è da aver paura dei cittadini che votano la destra europee"
di Andrea Leoni
Jacques Ducry come leggere il tonfo di Macron e il successo di Le Pen, nelle elezioni europee svoltesi ieri in Francia?
“Come volevasi dimostrare….l’estrema destra raggiunge il 40%. È un disastro. Una débâcle. Un risultato pessimo del partito di Macron, il quale ha fatto l’errore di coinvolgersi nella campagna in prima persona, così come ha coinvolto il suo giovane primo ministro. E oltre a ciò ha ripetuto l’errore di schierare una capolista emotivamente inconsistente, come già avvenuto 5 anni fa. Se il divario tra i due partiti allora era dell’1%, ora è del 18. Un risultato terribile per il Governo, per il presidente e per l’Europa”.
Perché è successo?
“Perché il cittadino francese, di principio contestatore, ha fatto dell’elezione europea una sanzione nazionale per tutto ciò che non gli piace in patria. Dall’aumento dell’età pensionabile al prezzo dell’energia. Macron ha salvato la Francia durante il Covid aumentando il debito pubblico, così come ha ottenuto successi sulla disoccupazione. Ma ormai nel mondo odierno conta solo il qui e ora. Nessuno fa più valutazioni sul medio periodo”.
Non hanno influito anche le dichiarazioni belliciste di Macron, tipo: mandiamo i soldati europei a combattere in Ucraina?
“No, non credo. È la concretezza del vissuto quotidiano del cittadino che si riflette nelle urne”.
Come giudica la scelta del presidente francese di indire elezioni parlamentari anticipate, a seguito della sconfitta di ieri?
“Giustissima. Perfetta. È corretto che i cittadini possano riesprimersi sul Parlamento e decidere da chi vogliono essere governati. Chi vincerà le elezioni, prenda in mano il Governo e dimostri di saper fare e non solo di saper parlare”.
È un po’ un guanto di sfida: dimostrate di saper governare?
“Esatto. E Macron se perderà farà il presidente super partes in coabitazione, come già accaduto in passato, per gli ultimi tre anni del suo mandato”.
Guardando il quadro generale, che Europa esce dalle urne?
“Il concetto di Europa ne esce indebolito, al di là delle alleanze che premiano ancora la così detta “maggioranza Ursula”. Sono botte terribili. I due motori dell’UE, Germania e Francia, ne escono pesantemente indeboliti”.
La presidente Ursula Von Der Leyen deve andare a casa?
“(sospiro)…bisogna trovare qualcuno di migliore. Anche lei esce dalla tornata elettorale chiaramente indebolita. Io proporrei o Thierry Breton o Mario Draghi”.
Anche lei, come molti altri europeisti, ha paura della destra europea?
“C’è da aver paura dei cittadini che votano le destre europee. Cittadini che non hanno più fiducia in chi li governa. Sono voti di paura, d’inquietudine e anche di egoismo dovuti a un futuro sempre più incerto e a tinte fosche. Paura, inquietudine ed egoismo che chi è al Governo non riesce più a placare”.