Sull'ultima edizione del Mattino spazio alla sconfitta elettorale, costata quattro seggi in Gran Consiglio. Quadri: "Serve un pensatoio"
LUGANO - La Lega fa autocritica, dopo la “scoppola” elettorale subita nella corsa per il Gran Consiglio. Se da un lato, infatti, il Movimento in tandem con l’UDC è riuscito a riconfermare senza discussioni la maggioranza relativa in Governo, la perdita di quattro seggi in Parlamento sono una sconfitta pesante e che fa riflettere via Monte Boglia. Riflessioni che hanno trovato spazio sull’ultima edizione del Mattino della Domenica, con due articoli a firma Claudio Zali e Lorenzo Quadri.
“Domenica sera - scrive il Consigliere di Stato - il mio risultato, pur se positivo, non appariva come eccezionale.
Tuttavia, alla luce di quello che è successo lunedì con la perdita dei seggi in Gran Consiglio, mi rendo conto che la base leghista alla quale avevo rivolto i miei appelli, purtroppo si sta riducendo, si è assottigliata notevolmente. Una constatazione amara, della quale purtroppo dobbiamo prendere atto, fare le nostre riflessioni e trarne le dovute conseguenze e spunti per poter proseguire e guardare alle federali e alle comunali, sfide importanti e alle quali vogliamo essere in prima linea”.
“Ora più che mai - aggiunge Zali - è il momento per essere critici con noi stessi, è il momento di migliorare nel prossimo quadriennio per riconquistare la fiducia di chi, a questa tornata, ha legittimamente deciso di votare qualcun altro oppure di non votare. Il lavoro continua e posso dire che una Lega presente nell’Esecutivo cantonale è garante di vicinanza al cittadino, di presa a carico dei loro problemi e del mantenimento dei nostri principali valori. A livello personale, forte comunque del risultato per il Consiglio di Stato, manterrò il mio massimo impegno nel quadriennio a venire in favore del Ticino e dei ticinesi”.
Quadri: “La priorità è creare un pensatoio”
Più articolata l’analisi di Lorenzo Quadri: “Cosa deve fare la Lega per risalire la china? Deve tornare a fare la Lega. Deve formulare delle proposte. Deve combattere delle battaglie proprie; non limitarsi a salire sui treni altrui.
In passato, quando cresceva, il Movimento dettava l’agenda della politica cantonale. Presentava iniziative e mozioni in parlamento, utilizzava i diritti popolari, faceva opposizione, andava in piazza. Fisco, socialità, lavoro, sicurezza,… in tutti i campi la Lega era “sul pezzo”.
E’ palese che, se le proposte che potrebbe/ dovrebbe fare la Lega le fanno altri, questi altri guadagnano e la Lega perde”.
“La maggioranza relativa in Consiglio di Stato - scrive ancora il direttore del Mattino - non deve trasformarsi in autocastrazione. Una Lega di mero supporto ai due ministri non va lontano. E’ un boomerang per gli stessi Consiglieri di Stato, che poi si ritrovano senza la base elettorale necessaria. (…) Se la Lega si trasforma in uno pseudo-PLR con posizioni leghiste, il declino sarà inarrestabile. Il ruolo di governo non deve spegnere lo spirito movimentista, di opposizione (quando serve) ed anche goliardico. Mantenere le due anime (governo e opposizione) è possibile. Lo mostra la politica federale. I due principali partiti di svizzeri, ovvero UDC e PS, hanno due consiglieri federali a testa; ciononostante, sono quelli che lanciano più referendum ed iniziative”.
“La prima priorità della Lega - argomenta ancora Quadri - è quella di dotarsi di un “pensatoio” che fornisca gli spunti da trasformare in proposte politiche. Non tutte devono cambiare il mondo. L’iniziativa popolare per la deducibilità fiscale integrale dei premi di cassa malati, ad esempio, è un’ottima idea. Ma una sola non basta. Ci sono tanti problemi, anche minori, che possono venire affrontati e risolti. La vita non è fatta solo di massimi sistemi. Diversamente dalla sinistra, o più in generale dalla partitocrazia, la Lega non ha perso la sintonia con i ticinesi: questo lo dimostrano i risultati delle votazioni popolari più importanti. Le posizioni del Movimento risultano quasi sempre maggioritarie. La linea leghista è condivisa. Se però non assume una forma più concreta e tangibile nel quotidiano della gente, l’elettore rimane deluso e se ne va”.
“Poi - conclude il Consigliere Nazionale leghista - ci sono singoli temi che possono aver contribuito al risultato negativo: la questione lupo, ad esempio. Oppure l’esplosione del numero dei partitini (per lo più puramente autocelebrativi) che hanno attirato quel voto di protesta che prima andava al Movimento. La teoria sul travaso di voti tra Lega ed Udc è vera solo in parte: i voti ex leghisti – ed i numeri lo dimostrano – sono andati anche altrove. Peraltro, i dati di panachage dimostrano che di per sé l’alleanza Lega-Udc ha funzionato anche a livello di Gran Consiglio (con liste separate). Perché l’Udc sale e la Lega scende? Perché l’Udc ha dimostrato maggiore spinta propulsiva. Le proposte democentriste che sono andate in porto, ci sono andate grazie anche al sostegno della Lega e del Mattino. Non ci fosse stato… cippelimerli. Ma è chiaro che chi vanta la paternità di un risultato ne trae il vantaggio maggiore. Perché queste proposte non sono arrivate dalla Lega?
Il rilancio della Tredicesima AVS, alla luce della notoria ondata inflazionistica, è un buon primo passo per la nuova legislatura. Ma ne dovranno seguire tanti altri”.