La deputata socialista: "Dietro quelle agende scolastiche ci sono soprattutto delle persone"
LUGANO - Chi ha detto no, chi ha detto sì, chi ha detto ni. La distribuzione dell’agenda scolastica nelle quinte elementari del nostro Cantone, avverrà a macchia di leopardo. Ognuno comune sta infatti adottando la propria linea, sfruttando quell’autonomia che la stessa Consigliera di Stato Marina Carobbio ha riconosciuto agli enti locali. Alle due posizione più scontate - il sì o il no - si sono aggiunte sfumature democristiane come quella di Locarno (decidano i genitori) o Bellinzona, che ha lasciato la scelta al Collegio dei direttori. Insomma, comune che vivi, agenda che trovi (o no).
A far più rumore, come prevedibile, è la decisione di Lugano. Il Municipio della principale città del Cantone ha infatti deciso di bloccare la distribuzione dell’agenda. Solo la municipale Cristina Zanini Barzaghi si è opposta a questa decisione: 6 a 1 e tutti a casa. Il “niet” di Lugano, insieme ad altri comuni, ha ovviamente fatto esultare gli oppositori al diario, in particolare i rappresentanti del centrodestra. Esultanze andate di traverso alla deputata PS Mattea David che, dalle colonne della Regione, commenta duramente.
“Chi gongola e festeggia come se avesse vinto chissà cosa dovrebbe vergognarsi - afferma - perché dietro quelle agende scolastiche ci sono soprattutto delle persone, la loro sofferenza e il bisogno di inclusione di cui ha un enorme bisogno la società oggi”.
Non distribuire l’agenda, prosegue David, “è assolutamente un’occasione persa, perché si tratta di alunne e alunni di quinta elementare, non di prima: ed è già diverso. Questa Agenda parla di inclusione, due pagine dove sono raffigurate due ragazze che si confidano con un testo molto emotivo parlano di inclusione. Per queste due pagine stiamo, anzi, stanno facendo una polemica assurda dove si discute però di tutt’altro, perché si rigira la frittata con assurdità come propaganda sul terzo genere o sull’indottrinamento. Ma figurarsi! Quando si parla di inclusività certi partiti, che non si sa quali paure abbiano, riprendono tutto per far polemica perdendo completamente ciò che c’è alla base: le persone, i loro sentimenti, i loro diritti”.
Intanto il PS di Lugano ha presentato un’interpellanza al Municipio, per chiedere chiarimenti sulla decisione di non distribuire l’agenda.