L'indiscrezione è stata lanciata stamani dal Blick. Intervista al neo Consigliere agli Stati: "Non ne abbiamo mai discusso. E sarebbe un errore strategico"
BERNA - “Il PLR teme un piano segreto contro Cassis”. È la “bomba” sganciata questa mattina dal Blick, in vista della rielezione del Consiglio Federale in agenda a metà dicembre. Un’elezione che, secondo il quotidiano, potrebbe diventare un thriller, la cui vittima illustre potrebbe essere proprio il Consigliere Federale ticinese.
Un thriller super avvincente, se la ricostruzione del Blick fosse confermata, poiché a sottrarre la poltrona al ministro degli esteri non sarebbero i Verdi, che hanno già annunciato l’attacco, bensì il Centro di Gerard Pfister. E questo nonostante Pfister abbia più volte negato questa ipotesi.
Una prospettiva alla quale non crede il neo Consigliere agli Stati centrista Fabio Regazzi, raggiunto per un commento da Liberatv: “Mi sembrano tipiche speculazioni da Blick. Secondo me siamo nel campo della fantapolitica e quindi mi sentirei di escludere questa possibilità. Ho l’impressione che si voglia mettere un po’ pepe su un’elezione che al momento si prospetta priva di emozioni particolari. Ma se sarò smentito sarò pronto a cospargermi il capo di cenere. Sarei comunque molto sorpreso perché settimana scorsa nel corso della riunione del gruppo parlamentare…”
Cosa?
“Ne abbiamo discusso diffusamente e abbiamo concordato una strategia chiara che prevede di non attaccare un seggio finché non sarà vacante. Quello che Pfister ha riferito pubblicamente corrisponde a quanto discusso a porte chiuse, anche a livello ristretto”.
Lei condivide questa strategia?
“Assolutamente sì. Che Pfister non ami Cassis, è noto. Così come si può immaginare che se attaccassimo il suo seggio in Consiglio Federale, probabilmente avremmo i numeri per scalzarlo. Ma al di là del fatto che si tratta di un ticinese, facendo un ragionamento puramente partitico, credo che una mossa del genere sarebbe controproducente nell’ottica del nostro obbiettivo che, a medio termine, è quello di conquistare due seggi in Governo. In passato abbiamo già visto come escludere un Consigliere Federale in carica produca molti danni. Sul momento, se vinci, ti pare di aver fatto il colpo del secolo, ma poi a risentirne è la stabilità delle istituzioni e quindi il Paese. Occorre imparare da queste lezioni. Se alle prossime elezioni il Centro si confermerà terza forza politica della Svizzera, il secondo seggio verrà da solo, senza traumi”.
Per quanto invece attiene la successione di Berset, cosa pensa dell’esclusione di Daniel Jositsch dal ticket socialista?
“Non sono contento, anche se me lo aspettavo. Il Gruppo PS non gli ha perdonato il comportamento tenuto durante l’elezione di Baume Schneider. Penso sia un errore escludere un candidato più moderato degli altri e con delle competenze di alto livello come Jositsch. Inoltre, pur non essendo un fan degli zurighesi, ritengo sia sbagliato tenere fuori dal Governo un Cantone come Zurigo. Sono pur sempre il motore della Svizzera. È come se la Lombardia non avesse ministri nel Governo italiano. Detto questo, è pieno diritto del PS scegliere i candidati che preferisce da sottoporre al giudizio dei gruppi parlamentari”.
E tra i due designati Jon Pult e Beat Jans?
“Con Pult ho un po’ il dente avvelenato perché era stato uno strenuo oppositore del raddoppio del Gottardo. È una lisca che mi è rimasta in gola, anche se riconosco che è una persona capace, perfettamente trilingue e viene da un cantone alpino come il Ticino ed è dunque in grado di conoscere le nostre problematiche. Jans l’ho conosciuto quando era al Nazionale, abbiamo tra l’altro giocato insieme nella squadra di calcio del Parlamento, anche lui è un bel profilo, ora arricchito anche da un’esperienza nell’Esecutivo del suo Cantone. Tra l’altro Basilea è 50 anni che è fuori dal Consiglio Federale, ed è un altro motore economico fondamentale del Paese. Non essendo nessuno dei due tra i miei preferiti, per una scelta si tratterà di soppesare un po’ tutti questi elementi. Non ho ancora deciso a chi darò il mio voto”.
AELLE