La deputata rompe il silenzio e ne ha per tutti. “Sto riflettendo se restare nel partito e in Gran Consiglio”. E sull’Ufficio presidenziale dice che…
MELIDE - “Il PLR è malato, è il momento del dentro o fuori”. Natalia Ferrara rompe il silenzio dopo l’esito delle elezioni federali. Ed è un fiume in piena. La deputata del PLR ha parlato nel corso della puntata di Detto tra noi, in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino, rilasciando una serie di dichiarazioni che faranno rumore, soprattutto alla vigilia dell’atteso Comitato cantonale in agenda domani sera a Manno. Comitato a cui Ferrara non parteciperà in quanto trattenuta oltre Gottardo da impegni professionali.
Innanzitutto, spiega che sta riflettendo se restare in Gran Consiglio e nel PLR, ma non per cambiare partito o fondarne un altro. Molto dipenderà dalla direzione che prenderà il partito, dice: “Se a casa mia mi devo preoccupare di essere rigata dai miei che votano Amalia Mirante…”.
Ferrara non chiede le dimissioni del presidente Alessandro Speziali, ma un netto cambiamento di rotta: “Il PLR può essere rilanciato anche da Speziali”.
Secondo la deputata, la prima cosa da fare è una “pulizia” nel partito. Un concetto che spiega così: “Prima di tornare al dibattito interno vorrei capire con chi parlo. I nemici sono in casa, indubbiamente, se no Alex Farinelli sarebbe agli Stati, se no almeno un consigliere nazionale sarebbe di Lugano. O le persone rimangono in questo partito perché ci credono oppure, se ritengono che salire sul carro dei vincitori sia più pagante vadano, ma vadano per davvero”.
E aggiunge: “Io vorrei fare una volta un Comitato o una Direttiva o un Congresso dove di fianco a me non c’è uno che ha votato Marco Chiesa invece di Alex Farinelli e dall’altra non ce n’è uno che ha votato Fabio Regazzi. Tutto legittimo, ma sei nel partito sbagliato”.
Ferrara fa anche nomi e cognomi: Moreno Colombo, che alla vigilia del ballottaggio ha auspicato un consigliere nazionale del Mendrisiotto, quindi Giorgio Fonio, la cui entrata in Parlamento sarebbe però dipesa dal successo di Fabio Regazzi agli Stati. Lapidaria la dichiarazione: “Fuori”.
Ma la deputata chiede anche un rimpasto dell’Ufficio presidenziale, anche perché il giudizio sugli attuali vice di Speziali è impietoso: “A parte alcune eccezioni, non pervenuti. È inutile avere quattro vicepresidenti se poi non se ne vede nemmeno mezzo”.
A proposito delle federali e della mancata elezione di Farinelli agli Stati, Ferrara giudica un errore strategico madornale da parte del partito non aver chiesto le elezioni suppletive quando, in aprile, Marina Carobbio è stata eletta in Consiglio di Stato. E alla ministra socialista riserva un’altra stoccata quando le viene chiesto se condivide l’appello contro le destre populiste da lei lanciato nei giorni scorsi sulla Regione: “Ci poteva pensare quand’era a Berna: ha tenuto occupato un seggio agli Stati prima di tornare in Ticino, spianando la strada a due esponenti di centro destra. Quanto all’appello, ha ragione nel merito, ma dipende da quale Stato si vuole difendere”.
Infine, una battuta sulla sua possibile candidatura in aprile al Municipio di Lugano, risolta con un sibillino “Chissà”…