La co-coordinatrice dei Verdi: "Il PSS ha scelto di consolidare il proprio potere. PLR, Lega, UDC, PVL, Helvetica e il Centro dovrebbero preoccuparsi di risolvere i problemi"
BELLINZONA – Continua a tenere banco la "battaglia" tra alleati PS-Verdi dopo il mancato sostegno dei socialisti in Consiglio Federale alla candidatura verde. Se il presidente dei Verdi Balthasar Glättli ha parlato di un "tradimento che potrebbe avere delle conseguenze" sul piano politico e strategico, in Ticino la questione è stata 'smorzata' dalla copresidente del PS Laura Riget. "La nostra porta - ci ha detto - rimane aperta". E sul fronte ticinese come l'hanno preso i Verdi lo sgarbo che divide in due la sinistra?
La co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin - interpellata da Liberatv - ha le idee chiare: "Evidentemente il PSS ha fatto una scelta di consolidare il proprio potere, ma non so cosa intendesse il presidente dei verdi svizzeri Balthasar Glättli dicendo che “ora come verdi non dobbiamo più niente al PS”. Andare a sostituirci ad un seggio PS potrebbe anche starci, ma non cambierebbe la situazione generale".
"Come Verdi in generale e in particolare come Verdi del Ticino – aggiunge – siamo una struttura molto orizzontale e libera. Di conseguenza, non ci sentiamo secondi a nessun partito e neppure ai Verdi svizzeri. Le scelte le prendiamo sui temi per contrastare quella che secondo noi è una deriva pericolosa e ingannevole della destra sempre più populista. E anche le alleanze elettorali seguono la stessa logica".
E ancora: "Insidiare partiti al potere per il gusto del potere non è mai stato un nostro obiettivo e francamente sarebbe piuttosto un atto di autoerotismo. Partecipare a un esecutivo deve permettere di aver maggiore incidenza sulla realtà e sulle soluzioni ai problemi della popolazione, della società e dell’ambiente. Guardando a quanto succede in questi tempi proprio in Ticino, non sembra che tutti i partiti che compongono l’esecutivo siano preoccupati di risolverli i problemi. Anzi è scandaloso come in questo contesto economico difficile PLR, LEGA, UDC, PVL, Helvetica, con la pilatesca astensione del Centro, abbiano lanciato una guerra ai poveri, al ceto medio e ai comuni, perché prendendo in prestito le parole del nostro capogruppo “tagli ai cittadini e sgravi ai ricchi sono le facce della stessa medaglia". A questo punto per noi è meglio occuparci di referendum, cosa che faremo oggi (leggi qui), insieme al PS e a tutta l’area progressista".