L'avvocato Guggiari: "Verbalizzare non è obbligatorio". La Regione: passate almeno due ore tra la prima e la seconda prova dell'alcol
BELLINZONA - Continua a tener banco sulla stampa ticinese il caso dell’incidente del Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Un caso che solleva numerose domande, a cominciare da quelle dettagliatissime che il presidente del Centro Fiorenzo Dadò ha sottoposto al Consiglio di Stato e alle quali il Governo risponderà nella prossima seduta di Gran Consiglia in agenda il 15 aprile.
Sono in particolare due i punti che, in questo momento, sembrano i più controversi e delicati. Quelli che, in parole povere, attengono alla gestione del caso da parte della polizia e alle procedute messe in atto nella vicenda. Come per qualsiasi altro cittadino oppure no? Il primo punto riguarda la documentazione della polizia. È stato fatto un verbale? Il secondo punto tocca invece il test alcolemico: quanto tempo è passato tra il primo rilevamento che ha riscontrato - secondo la versione fornita da Gobbi alla Regione - un leggero sforamento del limite, e il secondo “soffio”, quello probatorio, che invece ha riportato l’alcolemia nei limiti di legge?
Il Corriere del Ticino ha intervistato l’avvocato Rossano Guggiari, esperto di diritto della circolazione, il quale ha fornito alcune risposte sulla base delle dichiarazione del Direttore del DI. Prima domanda: è obbligatorio per la polizia in caso di incidenti simili a quello del ministro, cioè con uno scontro tra automobili in autostrada, redigere un verbale? “Non per forza. Se le parti si sono accordate, e se una delle due parti si è assunta la colpa, allora non c’è bisogno di fare un verbale”. Nel verbale, ovviamente, sarebbe stata annotata anche la procedura sull’alcolemia ma, se il doppio test non porta a una violazione della legge che comporta il ritiro della patente, precisa sempre l’avvocato, “non occorre redigere il verbale”.
Veniamo poi al passaggio tra il primo e il secondo test alcolemico. La Regione stamane scrive che sarebbero passate almeno un paio d’ore, dunque un lasso di tempo significativo. E qui torniamo a Guggiari sul CdT. Il controllo etilometrico probatorio, cioè il secondo test, “dovrebbe avvenire in tempi tecnici normali. Cioè il tempo necessario per trasferirsi alla stazione di polizia più vicina e attrezzata”. Le auto della polizia sono infatti sprovviste dell’apparecchiatura. Guggiari a questo punto spiega la prassi comune: “In media il tasso alcolemico scende di 0,05 milligrammi per litro d’aria ogni ora. Se il secondo test avviene due ore dopo, o cinque ore dopo, può quindi essere sceso di parecchio. Ma siccome, al momento del test, viene rilasciato uno scontrino con l’orario, il laboratorio potrebbe poi risalire al ‘vero’ valore al momento dell’incidente”.