L'organo di vigilanza prende posizione dopo l'interrogazione di Matteo Quadranti: "Le segnalazioni, che vertono su fatti diversi tra loro, non sono reciproche e nemmeno l’una la conseguenza dell’altra"
LUGANO - Il Consiglio della Magistratura ha preso atto dei recenti articoli apparsi sugli organi di stampa cantonali e dei servizi radiotelevisivi che vi hanno fatto seguito, nonché dell’atto parlamentare odierno di Matteo Quadranti, relativi anche a segnalazioni nei confronti di tre giudici del Tribunale penale cantonale.
"Al fine di evitare che vengano date notizie inesatte e che vi siano speculazioni che potrebbero danneggiare l’immagine della magistratura e quella dei giudici coinvolti - si legge in una nota stampa dell'organo di vigilanza - è necessario precisare alcuni aspetti, nei limiti imposti dal segreto di funzione. Il Consiglio della Magistratura conferma che sono giunte due segnalazioni nei confronti di tre giudici del Tribunale penale cantonale. Una nei confronti dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, presentata dai loro tre colleghi del tribunale (Mauro Ermani, Amos Pagnamenta e Marco Villa, ndr), e una nei confronti del Presidente giudice Mauro Ermani, presentata da terzi. Il Consiglio si è immediatamente attivato".
"Contrariamente a quanto ipotizzato da parte dei media - prosegue il comunicato - le segnalazioni, che vertono su fatti diversi tra loro, non sono reciproche e nemmeno l’una la conseguenza dell’altra: i magistrati coinvolti ne sono stati informati a distanza di poche ore gli uni dagli altri e quando il Consiglio le aveva già ricevute entrambe. A scanso d’equivoci va sottolineato che l’apertura di un procedimento significa solo che si rendono necessari approfondimenti, ma nulla ancora dice sulla fondatezza o meno delle critiche ai comportamenti segnalati e sulla loro rilevanza disciplinare. Ciò posto, come avviene per tutti i casi trattati dal Consiglio della Magistratura, l’accesso alle informazioni è garantito unicamente alle parti, che di norma sono solo i magistrati oggetto della procedura".
"Una volta prese le decisioni finali - temina il comunicato - ne verrà data notizia a tutti gli interessati e alla collettività, secondo le forme previste dalla legge, ritenuto comunque come l’istruzione delle fattispecie richiederà del tempo. È infine opportuno rilevare che la situazione qui descritta, come sinora constatato dal Consiglio della Magistratura, non pregiudica l’attività giudicante del Tribunale penale cantonale.