POLITICA E POTERE
Zalando sbarca a Sant’Antonino, l’MPS: “Il Ticino come la Cina?”
Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini criticano l’operazione e interpellano il Governo: “La vicenda Kering e la triste fine della fashion valley ticinese non hanno insegnato nulla?”

BELLINZONA - Una ditta, nota da tempo, per pessime e precarie condizioni di lavoro, sbarca in Ticino, liquidando 350 posti di lavoro in un altro Cantone. Vi è da interrogarsi sull’attrattività economica del Ticino. E con urgenza.

Così, al posto degli evasori della Luxury Goods International (LGI, controllata dalla multinazionale francese Kering), al centro logistico di Sant’Antonino, secondo le dichiarazioni apparse sulla stampa, arriverà Zalando, l’impresa tedesca attiva nel commercio elettronico, specializzata nella vendita online di scarpe, vestiti e altri accessori. Il centro di Sant’Antonino sarà gestito dalla multinazionale americana GXO Logistics, come confermato in una intervista rilasciata al settimanale Area dalla portavoce di Zalando: “Negli ultimi mesi abbiamo cercato una sede adeguata nella Svizzera meridionale per servire meglio il mercato e ridurre idealmente i tempi e i percorsi di trasporto per i resi dei clienti svizzeri. A Sant’Antonino abbiamo trovato una sede all’avanguardia che soddisfa questi requisiti e che in futuro dovrebbe ridurre i tempi di lavorazione dei resi in Svizzera”.

Quali siano gli obiettivi è chiaro: ridurre i tempi di lavorazione e quindi i costi. E a facilitare il raggiungimento di questo obiettivo saranno sicuramente anche i livelli salariali e la possibilità di accedere all’ampio bacino di manodopera frontaliera. Infatti, con questa operazione Zalando lascia a casa circa 350 dipendenti nel Canton Soletta. Lì, infatti, l’azienda tedesca ha deciso di non rinnovare il contratto con un’altra azienda attiva nella logistica, la Ceva Logistics; il lavoro svolto da questa per Zalando verrà spostato a Sant’Antonino con l’assunzione prevista, via GXO Logistics, di circa 200 persone. Un’azione che mostra disprezzo totale nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, spregiudicatezza e una totale impunità, e non da ora. Basterebbe visionare un servizio della RSI dedicato a Zalando del 2018. La legislazione sul lavoro (o presunta tale) non dà alcun appiglio per contestare simili modi di procedere e le esternazioni sindacali lasciano, purtroppo, il tempo che trovano in mancanza di una reale capacità di azione e mobilitazione sul terreno per contrastare simili azioni banditesche.

Il Ticino fa figura, ancora una volta, di Cina della Svizzera (forse oggi sarebbe più corretto dire Vietnam, visto che anche in Cina, grazie a scioperi e proteste operaie, i salari sono aumentati), promuovendo di fatto il dumping salariale. Questo non solo per i livello di partenza; i livelli salariali non erano elevati nemmeno nel canton Soletta, ma lì era stata possibile un’azione sindacale che aveva permesso di mettere in moto un meccanismo di miglioramento delle condizioni salariali: introduzione di una tredicesima mensilità, aumenti per personale fisso e temporaneo, nonché un aumento progressivo delle vacanze a cinque settimane.

Ma questa via, evidentemente, appariva gravida di conseguenze sui costi ed ecco allora l’offerta del Ticino, dove con il salario minimo legale attorno ai 20 franchi orari, e senza prospettive di ulteriori costi, ci si può arrangiare alla grande. Contrariamente ai discorsi che si fanno nei simposi due volte all’anno (sulle meravigliose start-up, sulle aziende “innovatrici”, etc.) la realtà è che in Ticino sono proprio le condizioni salariali legali– l’estremo basso livello del salario minimo – ad attirare sempre di più aziende di questo tipo. Altro che condizioni quadro favorevoli all’innovazione, etc. La vicenda Kering (Gucci) – e più in generale la triste fine della fashion valley ticinese – non sembra aver insegnato nulla.

Chiediamo quindi al Consiglio di Stato:
1. Quali sono stati gli interventi, se ve ne sono stati, dei servizi dell’amministrazione cantonale nel processo di insediamento della GXO Logistics;
2. Non ritiene che l’attuale livello del salario minimo legale, in un contesto di esacerbata concorrenza come quella oggi vissuta sul mercato del lavoro, sia oggettivamente un fattore negativo di attrazione per aziende poco innovative, poco attrattive per chi deve vivere con il proprio salario sul nostro territorio?
3. L’azienda che lavorava per Zalando nel Canton Soletta impiegava 212 dipendenti fissi e di 138 lavoratrici interinali. Questa forte presenza di lavoratori precari non è certa sana dal punto di vista occupazionale. Si intende intervenire – e come – per evitare che crescano anche a Sant’Antonino queste enormi sacche di precarietà?
4. Come intende procedere per evitare che si ripetano vicende come quelle della Kering (Gucci)?

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