Intervista al presidente liberale radicale: "La "strigliata" di Vitta? È uno stimolo, ma il Governo acquisisca una spinta riformatrice"
Il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta ha fatto un forte richiamo alla responsabilità ai partiti di Governo, nell'ambito del risanamento finanziario. Lei il giorno dopo la presentazione del preventivo aveva parlato di un documento "senza visione". Il PLR ha inoltre contribuito attivamente allo svuotamento del preventivo. Come recepisce la "strigliata" da parte di Christian Vitta?
"È uno stimolo e appartiene alla dialettica tra Governo e Parlamento, che in momenti difficili si accentua. Ora dobbiamo trasformare questa dinamica in una trazione positiva: il Governo deve acquisire un’autentica spinta riformatrice e di prospettiva, al Parlamento invece spetta di costruire una maggioranza a sostegno della sostenibilità delle finanze e delle politiche di sviluppo vero. Come PLR siamo prontissimi a farlo e promuoverlo".
E la contrapposizione puntuale al proprio ministro, come peraltro fanno da tempo altri partiti, fa parte di una nuova strategia del PLR?
"Noi guardiamo al contenuto. Per il rilancio del Cantone sono necessarie finanze sane, ma lo sono anche misure sensate, lungimiranti, efficaci. La tassa di collegamento è stato un esempio di coerenza: la proposta messa sul tavolo non migliorava nulla, le fragilità restavano e le perplessità crescevano.Andava dunque votata solo per questioni contabili? No".
Però le finanze appartengono al DFE …
"Il Preventivo è frutto del lavoro del Governo, non è il Preventivo di un Ministro o del PLR. E le finanze pubbliche sono un patrimonio comune".
Stime immobiliari, tassa di collegamento, riduzione dei dipendenti pubblici. Si moltiplicano le iniziative popolari lanciate dal centrodestra che coinvolgono anche esponenti del PLR. Ma tali iniziative hanno il marchio di fabbrica UDC…
"L’indole liberale è di sostenere ciò che si ritiene giusto, indipendentemente dalla bandiera – anche perché il nostro Partito non è una caserma. Ci sono iniziative che sono sostenute, altre combattute. Su alcuni temi, poi, come la riduzione dei dipendenti pubblici, emergono le varie sensibilità, ritenuto che personalmente e come Ufficio presidenziale siamo contrari e riteniamo che occorra intervenire prima di tutto sulla conduzione del personale e la riforma dei servizi".
Non rischiate di portare troppa acqua al mulino democentrista, come accaduto con il Decreto Morisoli?
"Quella misura era un comune accordo in parlamento durante la discussione sui conti e del loro riequilibrio. Dopodiché la sinistra si oppose siglando un autogol monumentale: lo denominò “decreto Morisoli” e agitò spauracchi per l’intero paese in vista del referendum, che il popolo affossò a grande maggioranza. Dopodiché, mi lasci dire che su scuola, fiscalità e altri temi siamo in primissima linea – senza lustrarci troppo la medaglia".
A livello nazionale il PLR ha fatto una svolta a destra sull'immigrazione. Ma alla lunga la gente non preferirà comunque l'originale, ovvero l'UDC?
"Il PLR vira a destra? Secondo me tira dritto sui temi concreti, con realismo e senza tabù. L’immigrazione è un tema sentito, che preoccupa – anche la nostra base, fatti di cittadini che vogliono un Paese libero, sicuro, solidale. Dobbiamo lasciare il dibattito in mano al bipolarismo tra un’UDC incendiaria e una sinistra lassista? No, altrimenti le ricette non saranno mai quelle giuste. È per questo che in molti si attendono la posizione del PLR. E la risposta non può che essere il massimo rispetto per chiunque delle leggi e dello Stato di diritto, l’efficacia del sistema di accoglienza, la solidarietà per chi davvero scappa da conflitti disumani. È un approccio liberale radicale. Severo, certo, ma giusto".