Il presidente dell'UDC replica al suo collega liberale radicale: "Il vero problema non è il Decreto Morisoli o il suo rinvio, ma l’assenza di idee innovative e la mancanza di coraggio nell’attuarle"
di Piero Marchesi *
Il presidente del PLR, Speziali, critica fermamente la proposta dell’UDC di posticipare il termine del Decreto Morisoli dal 2025 al 2027, per consentire a Governo e Parlamento di attuare le decisioni popolari, ovvero il risanamento finanziario del Cantone attraverso la riduzione della spesa.
Il Governo, con Christian Vitta (Direttore del DFE) in testa, si contraddistingue per inerzia, rimane alla porta in attesa di improbabili dividendi dalla BNS o forse, di inattese eredità di qualche zio d’America, anziché proporre soluzioni concrete e rispettose della volontà popolare. Tale atteggiamento è irresponsabile, poiché porta a un ulteriore aumento del debito pubblico, che supera oramai i 3 miliardi di Franchi – non considerando il buco miliardario della Cassa pensione dello Stato -, un’esplosione della spesa pubblica e un ulteriore e ingiustificato incremento del personale del Cantone. Le 750 assunzioni nell’amministrazione cantonale attuate negli ultimi 4-5 anni, che equivalgono a 80-100 milioni di spesa annuale, dimostrano che la barca sia oramai fuori controllo. Il Governo ha ricevuto da Parlamento e dal popolo un assist a porta vuota. Grazie al Decreto Morisoli che definiva chiaramente come risanare, ovvero agendo sulla spesa pubblica, gli ha fornito almeno tre anni di tempo per farlo, senza necessariamente provocare terremoti, con misure bilanciate e condivise. Ma tant’è, se il Governo e il direttore del DFE sono i primi a non crederci, difficilmente lo farà il Parlamento, che in fase di trattazione del Preventivo 2024 ha addirittura peggiorato il deficit di circa 35 milioni sotto la spinta delle manifestazioni di piazza strumentalizzate dai sindacati.
Il vero problema non è il Decreto Morisoli o il suo rinvio, ma l’assenza di idee innovative e la mancanza di coraggio nell’attuarle, che porteranno inevitabilmente a un aumento generale delle imposte a carico di cittadini e PMI. I presidenti del PLR e de Il Centro in un recente dibattito hanno ribadito la necessità di far capo a consulenti esterni per tagliare la spesa, ma è evidente che questa sia una mera tattica dilatoria. Ci si chiede infatti se i cinque Consiglieri di Stato e Direttori di Dipartimento, che sinora non sono stati capaci di proporre riduzioni della spesa, se accetteranno imposizioni dai consulenti esterni.
Il presidente del PLR, sostenendo che sia ora necessario “fare anziché decretare”, dovrebbe ricordarsi che il suo partito gestisce le finanze del Cantone da decenni e che il Decreto Morisoli è nato proprio per combattere la passività nel risolvere un problema che è noto da una decina d’anni almeno.
Mentre la sinistra per risanare i conti propone di aumentare tasse e imposte, PLR e Il Centro dovrebbero definire chiaramente la loro posizione: sono a favore dell’aumento delle imposte a carico di cittadini e PMI o supportano l’UDC nel ridurre la spesa per alleggerire la pressione fiscale? È il momento di chiarire le posizioni per verificare la presenza di una maggioranza parlamentare a sostegno di quest’obiettivo. In caso contrario, l’UDC potrebbe ricorrere a un’iniziativa popolare per imporre condizioni più stringenti alla politica, evitando così che le future generazioni paghino per l’inefficienza e l’irresponsabilità dell’attuale classe politica.
* presidente UDC Ticino