Il senatore e presidente dell'USAM sul controprogetto che ha preso corpo al Nazionale. E su Susanne Wille...
Fabio Regazzi, al Nazionale ha preso corpo un controprogetto che potrebbe portare all’esenzione delle aziende dal pagamento del canone. Pensa che questa proposta abbia buone possibilità di trovare una maggioranza alle Camere?
Una buona parte dei deputati alle Camere federali è d’accordo sul fatto che un’imposta Radio/TV a carico delle aziende è iniqua e che non è giustificata, trattandosi di fatto di una doppia imposizione. Ricordo che una mia iniziativa parlamentare che proponeva di esentare dal canone le Piccole e Medie Imprese fino a 250 collaboratori aveva superato due volte lo scoglio del Consiglio nazionale, mentre era stata bocciata agli Stati. Ora, a fronte dell’iniziativa popolare lanciata dall’UDC e sostenuta anche dall’USAM (che oltre alla riduzione del canone a 200 franchi per le economie domestiche chiede appunto anche l’abolizione del canone a carico delle aziende), sta venendo avanti l’idea di formulare un controprogetto; in questo contesto penso che una simile proposta abbia buone chances di essere accolta al Nazionale, mentre agli Stati sarà un po’ più difficile. Rispetto a quando è stata discussa la mia iniziativa, questa volta potrò però partecipare attivamente al dibattito in aula.
Se questa idea andasse in porto l’Unione Svizzera Arti e Mestieri, l'USAM, appunto, che lei presiede, ritirerebbe il suo sostegno all’iniziativa 200 franchi bastano?
Premesso che questa decisione non compete al Presidente, ritengo verosimile che qualora questa ipotesi si dovesse avverare, come USAM potremmo ritirare il sostegno all’iniziativa avendo raggiunto il nostro obiettivo. Ma la strada è ancora lunga per cui per il momento la nostra posizione non cambia.
Cosa pensa della svolta impressa dalla nuova direttrice generale della SSR Susanne Wille, che ha preannunciato una profonda trasformazione dell’azienda? Nota una differenza di approccio rispetto a Gilles Marchand?
Non conosco personalmente la nuova direttrice della SSR ma prendo atto con interesse e anche curiosità della sua volontà di portare avanti questo ambizioso progetto. Per il momento di cambiamenti sostanziali non ne ho ancora constatati ma capisco che ci voglia tempo. Rispetto al suo predecessore c’è sicuramente stato un cambiamento di approccio: invece di chiudersi a riccio paventando conseguenze catastrofiche come ha fatto Marchand (che aveva addirittura parlato di messa in pericolo della nostra democrazia…), la nuova direttrice si dimostra più disposta al confronto e anche a recepire determinate critiche che giungono soprattutto dal fronte borghese, fino ad oggi praticamente inascoltate. Il futuro ci dirà se questa mia impressione verrà confermata o se anche lei rimarrà vittima delle logiche che hanno retto da decenni a questa parte la SSR.