"Comunque, non sarei un buon coordinatore se non mi aspettassi un maggiore sostegno dei nostri ministri alle proposte leghiste, sempre nell’ambito di un dialogo costruttivo"
Claudio Zali si è detto contrario sia all’iniziativa leghista sulla defiscalizzazione dei premi di cassa malati, sia a quella per la riduzione del numero dei dipendenti cantonali. Si tratta dei due vostri principali cavalli di battaglia. Daniele Piccaluga, lei cosa ne pensa in veste di fresco coordinatore della Lega?
"Abbiamo avuto il merito di aprire una discussione franca fra le parti, e questo mi piace. Per quanto riguarda la nostra proposta sulla deducibilità dei premi di cassa malati, c’è comunque interesse da parte di Claudio Zali, pur manifestando preoccupazioni legittime sull’impatto delle nostre proposte sull’evoluzione delle finanze cantonali. La proposta sulla deducibilità dei premi di cassa malati è una risposta concreta alle esigenze dei cittadini, che meritano comunque un sollievo fiscale.
Quanto alla riduzione del numero dei dipendenti cantonali, è evidente che la discussione non riguarda tanto il taglio indiscriminato, quanto piuttosto l'efficienza dell’intero sistema. È il momento di chiederci quali siano davvero i compiti necessari allo Stato e come ottimizzare le risorse senza compromettere la qualità dei servizi. Non si tratta di ridurre senza riflettere, ma di creare una pubblica amministrazione efficiente, come fanno le migliori realtà aziendali. Certo, non sarà facile, ma se non iniziamo a prendere decisioni adesso, rischiamo di trovarci tra qualche anno in una situazione ancora più difficile, con un debito pubblico che crescerà a dismisura. È una sfida ambiziosa, ma sono convinto che i ticinesi possano comprendere la nostra iniziativa e appoggiarla, vedendo i benefici reali di un'amministrazione più snella, ma altrettanto performante".
Una delle ragioni della crisi della Lega è che i vostri consiglieri di Stato hanno spesso assunto posizioni diverse dalla linea politica del movimento, dai radar alle ecotasse. Si aspetterebbe maggiore sostegno in Governo alle proposte leghiste?
"È vero che in alcuni casi ci sono state divergenze tra le posizioni dei nostri consiglieri di Stato e la linea politica del movimento, come nel caso dei radar e delle ecotasse. Tuttavia, queste divergenze hanno anche portato a soluzioni interessanti e condivisibili, che hanno avuto un impatto concreto nell’azione del Governo e sono state supportate dalla base leghista. Il confronto, anche critico, è essenziale per migliorare e assicurarsi che le scelte politiche rispondano sempre agli interessi dei ticinesi. Detto questo, non sarei un buon coordinatore se non mi aspettassi un maggiore sostegno alle proposte leghiste, sempre nell’ambito di un dialogo costruttivo. La Lega ha una visione chiara e continueremo a portarla avanti con determinazione, affinché le nostre proposte siano ascoltate e implementate".
Le piacerebbe se, oltre a Norman Gobbi, si candidasse anche Claudio Zali, fattore che potrebbe far naufragare l’accordo elettorale con l’UDC?
"Capisco che queste dinamiche possano suscitare interesse, ma penso che stiamo correndo un po' troppo. Norman Gobbi ha già manifestato il suo interesse per una ri-candidatura, mentre con Claudio Zali avrò modo di confrontarmi serenamente nei prossimi mesi per sondare la sua disponibilità e il suo desiderio di proseguire in un ruolo così impegnativo. Detto questo, un’eventuale alleanza con l’UDC non dipende esclusivamente dai nominativi, ma dovrà fondarsi su un’azione concreta e su valori e obiettivi condivisi. L’accordo elettorale dovrà essere costruito su una base solida, che risponda alle esigenze del nostro Cantone e garantisca la coesione per affrontare le sfide future. Solo con un programma comune e un impegno condiviso possiamo ottenere risultati efficaci per il Ticino".