ANALISI
Aeroporto di Lugano: qual è la vera maggioranza uscita dal Consiglio Comunale?
Dopo il punto segnato ieri dagli aeroportisti nel legislativo luganese, si apre la partita referendaria. Come tramutare un vittoria di Palazzo in una di popolo?

di Andrea Leoni

Qual è la vera maggioranza nel Consiglio Comunale di Lugano a favore dell’aeroporto di Lugano? Quel 22 a 21 che, nella prima votazione, ha premiato il rapporto della Lega (sì convinto) rispetto a quello di PLR e PPD (sì, però: formula che raggruppa scettici e favorevoli), oppure il voto finale che ha convogliato sulla proposta leghista tutti i partiti di centro e di destra raggiungendo 43 voti, contro gli 11 di sinistra e Verdi? O ancora: è una via di mezzo tra le due votazioni?

La risposta la sapremo l’anno prossimo, seguendo la campagna elettorale per le comunali, quella referendaria e il voto con il quale si esprimeranno i cittadini alle elezioni e sui referendum, cantonale e comunale.

Ieri gli aeroportisti convinti, in Municipio e nel Legislativo, e il CdA di Lugano Airport, hanno segnato un punto importante, del tutto insperato alla vigilia, considerando che liberali e pipidini sulla carta godevano di un certo vantaggio.

I rappresentanti della Lega sono stati bravi e fortunati, ingredienti alla base di ogni successo. Hanno vinto la battaglia in Consiglio Comunale con una visione chiara, antitetica rispetto alla sinistra, e conforme alla maggioranza pro aeroporto che si era formata in Gran Consiglio e in Consiglio di Stato. I partiti di centro, PLR e PPD, sono scivolati sulla classica buccia di banana, proponendo una visione insipida, mezza e mezza, farcita di forzature inutili nei toni e nelle scadenze. Di troppa tattica si muore, specie se gli orpelli retorici confondono anziché rafforzare la sostanza. 

Ma quella di ieri, va sottolineato, pur essendo una vittoria indispensabile per i sostenitori dell’aeroporto - senza, la partita si sarebbe già chiusa - è stata pur sempre una vittoria di Palazzo. Ed entrambi i risultati usciti dal Consiglio Comunale - 22 a 21 e 43 a 11 - sono importanti. Prenderne per buono solo quello che piace di più, sarebbe un errore fatale.

La sfida per gli aeroportisti è ora quello di riuscire a tramutare il risultato del Legislativo in un risultato di popolo. Per farlo occorrono due pre condizioni.

La prima è ricucire gli strappi nel fronte del centrodestra luganese. È innegabile che gli ultimi mesi hanno prodotto fratture profonde, anche a livello personale, tra PLR e Lega. E la campagna elettorale certo non faciliterà una ricomposizione tra le parti. La seconda pre condizione è che, nel tempo minore possibile, torni a volare un aereo di linea su Ginevra.

L’impressione è che fuori dal Palazzo, soprattutto sul piano cantonale, gli aeroportisti partano in svantaggio. Il dissenso e il malumore nella popolazione sono palpabili. Sul voto peseranno anche rivalità regionali.

Agli argomenti, forti e chiari, della sinistra e dei Verdi, i sostenitori dell'aeroporto dovranno contrapporre tesi altrettanto solide e comprensibili. Va abbandonata la confusione che ha scandito in parte l’agire dei sostenitori dello scalo di Agno.

A cominciare dall’urgenza di fare chiarezza sul rapporto con i possibili investitori privati. O l’aeroporto è un servizio pubblico - e quindi come gli altri vettori di trasporto necessita del sostegno finanziario di Cantone e Città - o non lo è.  O si vogliono salvare tutti i posti di lavoro, oppure no. O l’aeroporto è un’infrastruttura strategica per il Cantone - e quindi si investe per rilanciarla come avviene per decine di altri progetti in Ticino - oppure meglio la strada prospettata dalla sinistra.

Non da ultimo è importante focalizzarsi su un punto. Le infrastrutture nell’ambito della mobilità, per loro stessa natura, non sono opere del presente. Non possono cioè essere valutate con gli occhiali della cronaca. Occorre inquadrarle in una visione di futuro, collegandole con altri cantieri e con lo sviluppo delle tecnologie di settore. Nel caso dell’aeroporto di Lugano con il nuovo polo fieristico e congressuale che sorgerà, speriamo al più presto, sulle ceneri del Conza e sull’evoluzione nell’industria dell’aviazione, droni compresi.

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