Il Consigliere Comunale ci scrive: "Le domande però sono legittime, e fanno parte della responsabilità del politico come del cittadino"
di Rupen Nacaroglu*
Sono settimane che sento dire che il mio partito, o perlomeno una parte dei suoi rappresentanti, si starebbe muovendo per rendere difficile la vita del PSE. Niente di più sbagliato. Il PLR luganese è a favore del progetto dello Stadio, del palazzetto e supporta in maniera attiva tutte le associazioni sportive che necessitano di queste infrastrutture per poter sopravvivere. In primis l'FCL.
Personalmente, lo ripeto, sono a favore di questo progetto come da sempre sono a favore dell'evoluzione di Lugano verso il suo futuro con particolare riferimento alla realizzazione dei suoi poli di attrazione.
Dapprima il LAC, ora il PSE, e in un futuro molto prossimo, il polo congressuale al Campo Marzio, tutti progetti fortemente voluti da tutta la classe politica liberale radicale.
Chi dice il contrario, ahimè, lo fa a fini politici e propagandistici, per denigrarne l'operato.
Le domande però sono legittime, e fanno parte della responsabilità del politico come del cittadino. E allora è ovvio che, anche personalmente, come membro della Società luganese dei commercianti e come cittadino molto sensibile ai temi del centro e della sua vita, sono il primo che si pone il quesito: la partenza verso le torri di Cornaredo dell'amministrazione comunale di Via alla Posta che ripercussioni avrà sulla vita del centro? Perché se la questione la si vuole ridurre ai 120 dipendenti comunali è ovvio che non saranno questi ultimi a salvare il centro, ma se si pensa al via vai verso questi uffici, allora sì, una domanda va posta e una risposta va data. Il centro boccheggia, vittima della crisi, vittima di un momento difficile. Se si vuole togliere ulteriore ossigeno allora una discussione va fatta.
E le risposte? Il confronto? Quello è mancato. A domande legittime, alla richiesta di una discussione politica particolare su questo tema non si è ottenuto risposta, taciuti come fastidiosi e inopportuni, con la strumentale messa in dubbio dell'effettivo supporto al progetto generale.
Niente di più falso.
Se lo sport insegna qualcosa è proprio del confronto leale e rispettoso a cui si deve pensare. E se questo confronto lo si traduce alla politica penso alle parti in causa che si siedono a un tavolo e discutono per porre domande e dare risposte. Lo sport insegna tanto, sempre, ma diciamolo, ad oggi, ci resta ancora molto da imparare.
Evviva il confronto, evviva lo sport, evviva il PSE e ahimè, senza soddisfazioni, evviva anche il confronto politico.
*Consigliere Comunale PLR