"Perché questa fretta di limitare i diritti popolari? Quali spese impopolari stanno per essere emanate dall’esecutivo?"
di Boris Bignasca*
In Ticino, la democrazia diretta è un valore sacrosanto. Il referendum finanziario obbligatorio (RFO) esiste in tutti i cantoni ed è finalmente stato iscritto nero su bianco anche nella nostra Costituzione cantonale, grazie ad una recente votazione popolare. Questo strumento serve a garantire che i cittadini abbiano l’ultima parola sulle spese pubbliche più importanti e che dunque superano un certo importo. Eppure, qualcuno sta cercando di sabotare questo strumento di democrazia diretta.
Ma a chi dà fastidio il referendum finanziario? C’è forse chi teme il giudizio del popolo? È così scomodo lasciare ai cittadini la possibilità di dire sì o no alle spese che li riguardano? E chi sta cercando di ridurre questo diritto, è davvero al posto giusto?
Non solo si mette in discussione l’RFO, ma si prova addirittura a colpire il referendum facoltativo, uno strumento che da sempre permette al popolo di esprimersi sulle decisioni del governo. Perché questa fretta di limitare i diritti popolari? Quali spese impopolari stanno per essere emanate dall’esecutivo?
L’attuazione dell’RFO – che in molti Cantoni è addirittura automatico – in Ticino deve già passare da un difficile iter parlamentare. Cercare di sabotare questo strumento ha l’effetto (voluto?) di rendere la modifica costituzionale (voluta dal popolo!) praticamente priva di senso. Di questo si occupa il governo: togliere la voce alla gente?
Difendere il nuovo referendum finanziario obbligatorio (e quello storico facoltativo) non è una questione partitica, è una questione di principio. La nostra storia è fatta di partecipazione e controllo dal basso. Chi vuole toglierci questa possibilità va fermato subito.
*capogruppo LEGA dei Ticinesi in Gran Consiglio