Il deputato dell'UDC richiama il Parlamento al senso di responsabilità in vista della nomina di un nuovo giudice. E all'MPS dice: "Se non volete diventare il bagno pubblico di tutti quelli che devono fare i propri bisogni, fuori i nomi"
di Tuto Rossi *
La Giustizia ticinese esce da un anno tribolato dopo lo scandalo dei tre giudici cacciati dal Tribunale penale.
Per il comportamento irresponsabile di un paio di magistrati, la fiducia dei cittadini nella Giustizia è stata profondamente compromessa e ci vorranno anni prima che venga ripristinata.
Tuttavia, sembra che certi politici vivano in una casa dai vetri insonorizzati, e non sentano il disagio del Paese.
La Commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio (di cui faccio parte) ha preavvisato quale nuovo Giudice d'Appello l'avvocata Serena Bellotti dopo una discussione unanime seria e soprattutto pacata.
Ed ecco che, incuranti del danno che provocano, i politici che sponsorizzano un altro candidato hanno iniziato a gettare fango sulle istituzioni.
Con la solita complicità de La Regione, non hanno esitato a diffamare il Giudice Damiano Stefani, accusandolo di esercitare una “sponsorizzazione insistente” a favore della candidata prescelta con numerose telefonate ai membri della Commissione Giustizia e diritti.
È saltato in simile pozzanghera anche un recente cancelliere della Camera di Esecuzione e Fallimenti, Tommaso Ferrari, che si è permesso di spiegare alla Commissione Giustizia e diritti che “lavoriamo più di quanto dobbiamo”, illustrandoci – bontà sua – “le aumentate complessità del diritto”, ragione per la quale “bisogna ringraziare, oggettivamente [sic], sia i suoi Cancellieri [cioè lui] e il suo Ispettore”, cioè Claudio Cortese, l'altro candidato che bisogna assolutamente nominare per salvare “l'intera attività dello Stato”.
C'è da chiedersi se questo esuberante Cancelliere ha chiesto un'autorizzazione al Presidente del Tribunale d'appello, o se non sia opportuno che torni nel privato visto che ignora persino la separazione dei poteri.
E c'è da sperare che il suo collega candidato non sia della partita, poiché simili manovre non sono testimonianza di quell'integrità e indipendenza presupposti di un buon Giudice.
Infine, con un'interpellanza visibilmente telecomandata, gli amici del MPS insinuano di “essere stati messi al corrente – anche da parte di alcuni gran consiglieri e alcune gran consigliere” della sponsorizzazione di Stefani. Eh no! Se non volete diventare il bagno pubblico di tutti quelli che devono fare i propri bisogni, cari compagni, fuori i nomi!
La minestra è pronta. Ai 90 colleghi/e Granconsiglieri/e un appello affinché questa nomina non dia spunto ai media di denunciare un nuovo “mercato delle vacche” come troppe volte in passato. La dignità delle istituzioni deve avere la preminenza, soprattutto in questo periodo storico.
* avvocato e membro UDC della Commissione Giustizia