L'ultima edizione del Telegiornale provoca un duro botta e risposta tra il presidente dell'UDC e il responsabile del'info della radiotelevisione pubblica
COMANO - Botta e risposta tra Piero Marchesi e Reto Ceschi. Il presidente dell’UDC e il responsabile dell’informazione della RSI, hanno infatti ingaggiato un duello via social sull’informazione alla radiotelevisione pubblica, in particolare sull’edizione del telegiornale di domenica sera.
Ad accendere le polveri è stato un post di Marchesi: “ Un sondaggio eseguito su 2’000 persone nel Paese (su 4 o 5 milioni di elettori) diventa dato acquisito per la RSI che intitola il servizio “Maggioranza per l’accordo quadro”. Un sondaggio tutt’altro che imparziale perché commissionato dall’associazione delle aziende farmaceutiche, dove i loro manager stranieri, a più riprese hanno affermato che vogliono l’accordo quadro. A loro interessa guadagnare e speculare, non certamente il benessere degli svizzeri”.
“Un titolo quello della RSI tendenzioso e di parte - ha aggiunto Marchesi - come del resto anche i recenti servizi sulle varie Elezioni cantonali di Zurigo, Basilea e Lucerna, che hanno enfatizzato le varie perdite di seggi dell’UDC nei Parlamenti definendole come “debacle, crollo dei seggi, sconfitte, ecc” con tanto di sorriso soddisfatto del giornalista o inviato (d’ordinanza quando perde l’UDC). Le perdite di seggi sono evidenti, fanno male e devono preoccupare tutto il partito nazionale, la causa dei problemi va ricercata all’interno seppur i temi ambientali non ci aiutino.
L’enfasi della RSI nel commentarli deve invece far preoccupare i sostenitori del servizio pubblico, che da stasera ne hanno uno sempre meno convinto”.
Pronta la replica di Reto Ceschi: “I fatti, abbiamo raccontato i fatti, i numeri delle elezioni a Basilea e Lucerna che hanno visto, tra le altre cose, un risultato non positivo per l’UDC. Come facciamo sempre, come abbiamo fatto in questi ultimi vent’anni quando l’UDC, molto spesso, ha vinto. Nessuna enfasi, nessun sventolio di bandiere (non è il nostro mestiere). Io capisco la stanchezza a sette giorni dal voto ticinese, ma mi piacerebbe anche un po’ di rigore da parte di chi la politica la fa”.
“Per quanto riguarda il sondaggio pubblicato dalla “NZZ am Sonntag” - ha aggiunto il giornalista - lo abbiamo contestualizzato. Chi ha visto il servizio può giudicare se ci siamo riusciti oppure no. Chi ha letto solo il titolo del sommario (SONDAGGIO SORPRENDENTE), evidentemente, rimane in superficie e esprime pregiudizi che lasciano il tempo che trovano”.
Da qui nasce la discussione. Ribatte Marchesi: “È proprio perché il TG delle 20 l’ho visto, come del resto molte altre edizioni, che ho scritto questo commento.
Che l’UDC abbia perso in almeno 3 Cantoni sono i numeri a dirlo, non si discute. Come date invece le notizie, sarà certamente più soggettivo, ma nemmeno troppo. Non pensare che chi critica lo faccia così per sport, perché altrimenti dimostrate che non siete disposti a mettervi in discussione. E questo per un’azienda pubblica (anche privata, ma quella è in concorrenza) è pericoloso per la sua esistenza”.
“Dire - contro replica Ceschi - che c’è stata enfasi nel TG delle 20.00 nel riferire della sconfitta dell’UDC è, permettimi, un insulto. Tu sei il capo della sezione ticinese del primo partito svizzero, un partito che in due cantoni oggi ha perso voti e seggi. Capisco che non è stata una gran giornata, ma se parli di enfasi utilizzi perlomeno il termine sbagliato”.
“In passato - termina Marchesi - ho parlato bene del lavoro della RSI a più riprese, oggi commento una serie di episodi che a me non sono piaciuti (ti garantisco non sono l’unico) e non mi è concesso.Va bene, ne prendo nota. Tieni però presente che se un’azienda privata avesse la stesso tuo approccio con i reclami clienti, molto probabilmente rimarrebbe senza lavoro”.
“Quando sbagliamo - conclude Ceschi - sono il primo ad ammetterlo, quando c’è da dare spiegazioni non mi tiro indietro, ma qui si parla di un’impressione, di una presunta enfasi nel raccontare della sconfitta dell’UDC. Se questa enfasi non c’è......non c’è”.