Ecco gli ospiti della puntata dedicata alle elezioni federali. Nell'ultima parte "I misteri di Messina Denaro"
MELIDE - Quale sarà nei prossimi anni il ruolo della Svizzera sullo scacchiere internazionale? Quali le nostre relazioni con l’Unione Europea, conl’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni unite, e con la NATO, L’Alleanza atlantica? La guerra in Ucraina ha posto la Svizzera di fronte a questioni fondamentali che toccano direttamente la sua secolare storia di nazione neutrale. “Purtroppo, il Consiglio federale ha violato la neutralità applicando sanzioni economiche contro la Russia. Si tratta di uno strumento di guerra degli americani e dell'Unione europea nell'interesse dell'Ucraina”, ha ribadito ancora a inizio settembre Christoph Blocher in un’intervista alla Regione in occasione della sua visita in Ticino per lanciare la campagna dell’UDC.
Secondo il senatore Marco Chiesa, presidente nazionale del partito, l’entrata della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell’ONU sarà una catastrofe. Peggio ancora una collaborazione più stretta con la NATO. “Il popolo svizzero – ha ricordato Chiesa - nel 2002 ha deciso di aderire all’ONU. Ma a quei tempi non si nominava neppure il Consiglio di sicurezza”.
Eppure stando dallo studio “Sicurezza 2023” pubblicato dall'accademia militare e dal Center for Security, entrambi affiliati al Politecnico di Zurigo, l’attacco militare della Russia all'Ucraina ha rafforzato l'idea di un avvicinamento della Svizzera alla NATO. Secondo il sondaggio che accompagna il rapporto, il 55% della popolazione sarebbe oggi favorevole a questa linea, contro il 45% dell’anno scorso. La maggioranza degli interpellati ritiene che una maggiore collaborazione sia compatibile con la neutralità, che è comunque considerata intoccabile dal 91% dei cittadini elvetici.
“Neutralità non vuol dire indifferenza nei confronti delle violazioni del diritto internazionale”, ha ribadito ieri il ministro degli esteri Ignazio Cassis durante un incontro con il Governo ticinese.
Il consigliere federale ha parlato anche delle relazioni tra Svizzera e Italia: lo sviluppo positivo dei rapporti tra i due Paesi “ha portato anche allo stralcio della Svizzera dalla lista nera in materia di tassazione delle persone fisiche (…). Certo, restano aperte delle questioni, ma l’approccio non è mai stato così costruttivo e dinamico come quello attuale”.
Ha aggiunto che il Consiglio federale ha deciso di avviare dei colloqui esplorativi con l’UE in vista di un nuovo mandato negoziale visto che il cosiddetto “accordo quadro” è morto e sepolto. C’è la volontà di entrare nel merito di un nuovo tipo di accordo, con un approccio a pacchetto, portato avanti su due binari: stabilizzare le relazioni con l’UE e svilupparle ulteriormente, ovvero arrivare ad accordi sull’elettricità, sulle derrate alimentari, sulla salute e sulla cooperazione in ambito accademico, come Horizon Europe”.
Insomma, i rapporti tra noi e il “resto del mondo” rimangono uno dei temi più importanti dell’agenda politica.
“Noi, l’Europa e la NATO” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino dedicata alle elezioni federali del 22 ottobre. Ospiti di Marco Bazzi, Simone Gianini (PLR), Jacques Ducry, candidato agli Stati con la neo nata lista “Costituzione radicale”, Giorgio Grandini, indipendente sulla lista della Lega, ed Edoardo Cappelletti (No UE No Nato).
Nell’ultima parte della trasmissione, verso le 20,25, parleremo invece della figura di Matteo Messina Denaro, arrestato in gennaio dopo 30 anni di latitanza e morto ieri nel carcere dell’Aquila. Con lui, ultimo boss della “mafia stragista”, si chiude un’era. Ma restano molti punti di domanda sui suoi segreti, sui suoi soldi, e sulle sue relazioni d’interesse con la Svizzera e il Ticino in particolare. Resterà in studio Ducry, in veste di ex magistrato, cantonale e federale, insieme ai giornalisti Francesco Lepori e Andrea Leoni. In entrata riproporremo alcuni passaggi dell’intervista al procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, ospite del Festival Endorfine, che ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto del boss.