CORONAVIRUS
De Rosa: "Apertura delle frontiere? Sono preoccupato. Berna prima ci ha riso in faccia, poi ha capito la situazione"
Il Direttore del DSS: "Occorre prudenza e cautela. Frontiere aperte e grandi manifestazioni al chiuso mi preoccupano"
TIPRESS

BELLINZONA – Il Direttore del DSS Raffaele De Rosa si guarda indietro e, nel giorno della riapertura della Svizzera con gli Stati UE, commenta al Corriere del Ticino gli ultimi mesi difficili. “Ho visto – dice – grande spirito di grande: sia nella popolazione che in Governo. La responsabilità individuale ha permesso di rafforzare il senso di collettività”.

Il ministro ricorda come “il 26 febbraio il Consiglio di Stato ha deciso per i primi provvedimenti urgenti, esattamente il giorno dopo il primo contagio in Ticino. Abbiamo da subito voluto essere trasparenti informando quasi quotidianamente la popolazione. Il primo momento informativo è stato infatti fissato il 24 febbraio”.

“A Berna, quando chiedevamo misure alle frontiere ci ridevano in faccia”. Così Raffaele De Rosa si espresse in conferenza stampa il 14 marzo scorso evidenziando la difficoltà del Ticino di farsi ascoltare dalle autorità federali. “Era difficile – spiega al quotidiano – far capire la situazione. Poi la Confederazione ha capito l’importanza della situazione e ci ha dato sostegno”.

Ma cosa ne pensa De Rosa degli ultimi allentamenti decisi da Berna e dell’apertura delle frontiere? “Penso – conclude – che conosciamo ancora troppo poco questo virus. Occorre molta prudenza e cautela. L’apertura generalizzata delle frontiere, le grandi manifestazioni al chiuso mi preoccupano”.

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