Per Unia, "se alla fine non saremo capaci di contenere un nuovo contagio, allora ci sarà purtroppo un secondo lockdown, che lo si consideri “sostenibile”, o no". L'attacco è rivolto a Modenini e Regazzi di Unia
BELLINZONA - Unia non ci sta: la vita umana non ha prezzo e se ce ne fosse bisogno, si dovrà fare un nuovo lockdown, indipendentemente dalle conseguenze economiche. Non è piaciuto al sindacato, che protesta attraverso una missiva a firma di Giangiorgio Gargantini pubblicata sul Corriere del Ticino, per alcune parole usate da AITI.
“Fino a quando potremo permetterci di dire che la vita umana non ha prezzo”, mettendo in parallelo “sofferenza per la perdita di una vita” e “devastazione dell’economia a seguito della pandemia”, ricordano le esternazioni di Modenini, e l’appello a “far quadrato” di Regazzi.
“La volontà espressa da AITI è preoccupante: definire una soglia accettabile, in termine di vite umane, prima che si decreti la chiusura di una determinata attività economica. Quanti contagi prima di sospendere le attività di un’azienda? Quanti morti prima di decretare un’interruzione delle attività economiche non essenziali?”, si chiede Gargantini, convinto che la crisi economica sia legata alla malattia e non alle misure di contenimento, “tra cui il lockdown, che ha permesso di salvare centinaia di vite umane, non dimentichiamolo”.
Sa che un nuovo blocco di tutto avrebbe conseguenze economiche gravi, ritiene che vada evitato in ogni modo, ma “che si pensi di dare un prezzo alla vita umana per confrontarlo con i bilanci delle imprese su una sorta di scala di priorità, è inaccettabile. E, lo speriamo vivamente, non soltanto per il sindacato”.
Fare squadra in questo momento dovrebbe per il sindacalista voler dire proteggere i lavoratori. Con un’idea in testa: “Perché se alla fine non saremo capaci di contenere un nuovo contagio, allora ci sarà purtroppo un secondo lockdown, che lo si consideri “sostenibile”, o no. La vita umana non ha e non deve avere un prezzo”.