CORONAVIRUS
Coronavirus in Svizzera, il punto da Berna. La Task force: "Misure non sufficienti. Ospedali pieni a metà novembre"
Il punto degli esperti da Berna: "Lieve calo dei contagi, ma la situazione rimane preoccupante. Rinviati gli interventi non necessari"

BERNA – Gli esperti di Berna sono tornati a riunirsi per aggiornare la popolazione sull’emergenza coronavirus in Svizzera. All’incontro informativo hanno preso parte tra gli altri il collaboratore scientifico dell’UFSP per le pari opportunità delle persone disabili Urs Germann, la vice presidente della task force della Confederazione Samia Hurst, il responsabile della Divisione malattie trasmissibili dell’UFSP Stefan Kuster, il direttore della Divisione lavoro della SECO Boris Zürcher.

“Il numero dei casi – ha esordito Kuster – rimane alto. La situazione è ancora preoccupante, in particolar modo per quello che riguarda la tenuta del sistema sanitario. Per parlare di stabilizzazione, la curva dovrebbe abbassarsi in modo netto”.
La parola è poi passata a Germann, che dal canto suo ha ricordato come l’obbligo di indossare la mascherina “è un problema per molti disabili e le conseguenze si fanno sentire. I disabili devono essere protetti dalla discriminazione. Per loro la vicenda è ancora più complicata”.

Parlando del vaccino, Hurst ha affermato che “è sbagliato rinunciare a fare degli sforzi nella speranza che arrivi il vaccino. Quello del vaccino è un aspetto ancora non del tutto chiaro e che richiede un approfondimento ulteriore. A nostro avviso, le misure in atto non sono sufficienti per ridurre il numero di casi. Di questo passo, gli ospedali raggiungeranno il loro limite entro metà novembre”.

Il delegato del Consiglio federale per il servizio medico coordinato Andreas Stettbacher ha fatto il punto della situazione sull’occupazione dei posti letto in Svizzera. “Attualmente – spiega – esiste una riserva del 28% circa di letti per malattie acute. La stessa percentuale c’è anche nelle terapie intensive. Negli ultimi giorni sono stati rinviati gli interventi non urgenti. Nel weekend, 35 persone sono state trasferite dalla Svizzera occidentale in altre regioni”.

Il telelavoro deve essere raccomando. È questo il consiglio fornito da Zürcher in conferenza stampa. “Se non è fattibile – aggiunge – è necessario implementare le misure di protezione. I datori di lavoro devono inoltro fornire sempre le mascherine”.

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