Ristoratori e albergatori vorrebbero poter riaprire al più tardi il 15 marzo, per poter avere a disposizione la Pasqua. "La percentuale del 40% per i casi di rigore è troppo elevata, ci sono distorsioni con ILR e IPG e le start-up non hanno aiuti"
BELLINZONA - Il mondo della ristorazione e in particolare GastroTicino chiedono aiuto al Consiglio di Stato, rivolgendo un'accorata missiva in cui parlano del "dramma che si sta consumando nei settori della ristorazione e albergheria ticinesi".
Lo fanno con precise richieste, spiegando in modo chiaro quali siano le problematiche. E sottolineando quanto è stato fatto per garantire sicurezza, anche con investimenti prima delle chiusure: "La ristorazione ticinese e non solo, ha investito risorse importanti per rispettare Piani di protezione all’avanguardia e per il materiale necessario all’igiene accresciuta. In base a studi ed esperienza sul campo, non ci sono dati certi che i ristoranti siano “untori”. Non capiamo la discriminazione rispetto ai negozi che potranno riaprire, nonostante si sia visto che il numero dei contagi è iniziato a diminuire da gennaio, solo quando sono stati chiusi i commerci non indispensabili. E lo stesso discorso vale per le terrazze sulle piste da sci", precisano.
Ci sono degli incarti su cui "è urgente intervenire con sollecitudine": "Quello relativo alla percentuale del 40% per i casi di rigore perché troppo elevata. In tema di ILR e IPG esistono distorsioni che vanno corrette immediatamente. Ci sono le start-up (locali che hanno aperto dopo il 1° marzo 2020) che non posso a tutt’oggi ricevere aiuti e sono al collasso".
Quali sono le richieste al Consiglio di Stato? "Chiediamo di farsi portavoce del dramma che si sta consumando nei settori della ristorazione e albergheria ticinesi. Dramma che sta provocando un forte nervosismo con sempre più voci che si levano a favore di proteste plateali; proteste che sinora siamo riusciti ad evitare, convinti che solo il dialogo con le autorità possa portare a risultati che possano soddisfare le esigenze della salute pubblica e dell’economia", viene specificato. Insomma, si preferisce il dialogo.
Ma c'è un bisogno in particolare che segnalato al Governo: "Alla luce di quanto precede, vi chiediamo di condividere la nostra domanda al Consiglio federale di poter riaprire le aziende della ristorazione - pur con tutte le misure di protezione necessarie – al più presto e possibilmente dal 15 marzo, in modo da non perdere il periodo pasquale, molto importante per lanciare la stagione. Qualsiasi altra soluzione che preveda aperture tardive, darà il colpo di grazia ai settore; anche la sola apertura delle terrazze porterebbe solo a situazioni di discriminazione tra imprese e non sarebbe economicamente la soluzione ideale. In questo senso vi chiediamo di invitare la Confederazione a rivedere anche il termine di 1 mese di attesa per assumere nuove decisioni che riteniamo troppo lungo; riteniamo che un periodo di 2-3 settimane sia più che adeguato".
"Una vostra posizione critica e decisa che appoggi la nostra posizione e le nostre rivendicazioni è quanto mai necessaria", termina GastroTicino.