Il direttore del DECS: "Sembra incredibile, ma è già passato un anno. Oggi siamo qui con un terzo dei ticinesi vaccinati e con le scuole aperte da settembre 2020"
TICINO – Un anno fa, in Svizzera, terminava il divieto federale di apertura delle scuole in seguito al lockdown nazionale. Il Ticino, come il resto della Nazione, riapriva le delle scuole dell'obbligo in presenza. Un tema, questo, che fece parecchio discutere (vedi articoli correlati) in Ticino. A un anno di distanza, il direttore del DECS Manuele Bertoli torna sulla questione.
"Questa decisione cantonale oggi sembra scontata – scrive su Facebook –, ma nel contesto d'incertezza di quel momento non lo era affatto, tant'è vero che alcuni la giudicarono avventata e imprudente. Ricordo che ci fu perfino chi chiese le mie dimissioni. Non fu una scelta facile, ma oggi possiamo dire con certezza che fu una scelta giusta, una scelta importante che permise a bambini e ragazzi di ritornare a scuola in tutta sicurezza e concludere l'anno scolastico in presenza".
E ancora: "Non ci furono problemi di salute pubblica e il ritorno a scuola permise di ritrovare una certa normalità e di infrangere le barriere mentali dovute al timore che noi stessi ci eravamo costruiti, permettendoci così di ripartire con la scuola totalmente in presenza a fine agosto. Sembra incredibile che sia già passato un anno, eppure oggi siamo qui, con già un terzo di ticinesi vaccinati (completamente o con almeno una dose su due) e con le scuole aperte da settembre 2020".