L’esperto informatico commenta l’hashtag virale: “E se ci scappa qualche like che problema c’è? L’importante è che si parli di queste malattie e che si raccolgano i fondi necessari"
LUGANO – L’hashtag più virale di questa estate ha fatto ormai comparsa anche in Ticino: Roberto Cattaneo, Maurizio Canetta, Matteo Pelli, sono solo alcuni dei nostri vip che si sono ‘infradiciati’ in nome della raccolta fondi per la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), prendendo parte all’IceBucketChallenge (vedi suggeriti).
Un fenomeno mondiale che mostra le potenzialità positive di internet e social, come commenta Paolo Attivissimo a Liberatv. “Il web è nato per questo genere di marketing virale e devo dire che mi fa davvero piacere che per una volta al posto del solito ‘video shock’ o ‘scandaloso’, fatto girare per fare pubblicità occulta, al centro vi sia un’iniziativa benefica di questo genere. Come è anche bello vedere che in molti, celebrità comprese, in questo modo mostrino di saper sfruttare in modo positivo i meccanismi contorti di internet”.
Il tutto, racconta ancora Attivissimo, è nato come una goliardata lanciata da un giocatore di golf americano, Chris Kennedy, che ha accolto la sfida messa sul banco da un amico e ne ha postato il video. Allora però, la ‘secchiata ghiacciata’ non aveva ancora nulla a che fare con la SLA, la cosa si è poi trasformata: qualcuno, difficile capire chi sia stato il primo nel marasma della rete, a un certo punto ha deciso di partecipare sì alla goliardata, ma per una buona ragione e ha quindi scelto la SLA come obbiettivo della propria campagna.
“Credo sia un’iniziativa leggera e innocua, una goliardata che sta facendo del bene. A parte il divertimento nel vedere le reazioni delle celebrità mentre si rovesciano in testa un gavettone di acqua gelata, c’è soprattutto l’effetto positivo sulle donazioni”.
Insomma, anche se le regole della sfida vogliono che chi si gavettona, non paga pegno, le cifre mostrano il contrario: “Soprattutto quando i partecipanti sono delle celebrità, fanno spesso entrambe le cose. In fondo è gente che una donazioncella se la può anche permettere – ironizza Attivissimo –. L’associazione di ricerca contro la SLA in America ha raccolto una cifra dieci volte più alta del normale, si parla di qualcosa come 20 milioni di dollari. Somme che per un’iniziativa che ha un costo nullo, fa sorridere e sensibilizza facendo parlare di una malattia di cui ancora troppo poco si sa, sono un risultato bellissimo”.
Infine riprendiamo il ‘dubbio’ esposto da Maurizio Canetta nell’accettare la sfida: è un’iniziativa che serve a sensibilizzare contro la SLA o ad aumentare i ‘mi piace’ su Facebook?
“Una cosa non esclude l’altra: se possiamo fare del bene e nel frattempo capita anche che aumentino i like, pace; ma se per evitare ciò, l’alternativa è non fare niente, non mi sembra molto positivo. Trovo che l’importante sia che si parli di queste malattie, della SLA come di altre che hanno bisogno di fondi e che si trovi il modo di finanziare non solo la ricerca in questi campi, ma anche le associazioni che forniscono un aiuto immediato a chi queste malattie le sta vivendo".