Una rabbia giusta e comprensibile. C’è gente che ci mette due ore a raggiungere il posto di lavoro e altre due per rincasare la sera
CANNERO – Apre, non apre, forse apre, forse non apre, chissà quando apre… Sono trascorsi ben 20 giorni da quando una frana è scesa sulla statale del lago Maggiore, tra Cannobio e Cannero. E la strada resta chiusa. Fino a quando non si sa.
Le informazioni sono poche e contradditorie. Il traffico doveva essere riaperto giovedì scorso, poi si è parlato di mercoledì prossimo, ma pare che la riapertura slitterà almeno al fine settimana. Forse. Perché sopra la strada la parete di roccia è ancora a rischio di crollo e non si riesce a stabilizzarla.
E tra le migliaia di frontalieri che ogni giorno devono comunque venire in Ticino a lavorare, e poi tornare a casa la sera, monta la rabbia.
Una rabbia giusta e comprensibile. C’è gente che ci mette due ore a raggiungere il posto di lavoro e altre due per rincasare la sera. Bisogna raggiungere Cannobio con un’auto, lasciarla lì, prendere il battello, sbarcare a Cannero, e salire su un’altra auto. Ci sono anche battelli privati che garantiscono i collegamenti. Ma c’è chi preferisce andare fino a Luino per imbarcarsi.
Disagi che durano da ormai venti giorni. Dicono che a Cannobio certe sere la tensione sia alta tra chi cerca di salire sul primo battello e che si siano sfiorate addirittura le risse.
La rabbia si legge nei post pubblicati sul gruppo Facebook Fontalieri Verbano Cusio Ossola, dove qualcuno si è lamentato del fatto che sabato e domenica i lavori sono stati sospesi.
“A me sembra che di noi non interessa a nessuno”.
“Non hanno nessuna fretta di riaprire la strada. Hanno messo semafori e cartelli e niente altro”.
“Per quanti giorni ancora restiamo bloccati?”.
“Questa è un’emergenza e dovrebbero lavorare anche di notte, ma se ne fregano tutti. È una vergogna”.
“Col c… che pago il bollo auto quest’anno. Porto gli scontrini del traghetto”.
Questo è il tenore delle frasi di chi protesta. E qualcuni si chiede come mai non vengano posati dei paramassi provvisori “tipo conteiner che consentirebbero di lavorare in sicurezza garantendo il transito a senso alternato”.