CRONACA
I rumori, oddio i rumori! A Locarno, De Profundis per il City Garden... Il luogo cult del Festival. Dava fastidio a una funzionaria e quindi basta feste!
Ricorsi, referendum, opposizioni! Ma smettiamola, che tra qualche anno non avremo nemmeno più l’inchiostro per scriverli!
TiPress/Carlo Reguzzi
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I rumori. Oddio, i rumori… Quanto ci disturbano i rumori! Non ci lasciano dormire. Incrinano la nostra serena quiete quotidiana. Ci danno un fastidio che non stiamo a dire. Ci fanno imbestialire! Proprio non li sopportiamo! Peggio delle zanzare tigri!

 

Noi viviamo in un luogo incantato dal quale i rumori, secondo alcuni intolleranti di matrice ayatollah, andrebbero banditi. Musica, voci, allegria, forse perfino i colori e la gente… Ma che roba è! Che fastidio! Meglio un silenzio tombale che ricopra tutto come una grigia coltre di bruma invernale.

 

Anche se questi piccoli disturbi generano un po’ di ricchezza, intesa come ricchezza ridistributiva – indotto insomma – e danno vita e linfa a una piccola città, animano la gente che la vive, e danno ossigeno a un territorio che altrimenti sarebbe in agonia. Un cimitero.

 

Ma allora basta anche con la Notte Bianca, con i concerti in piazza Grande, con le manifestazioni, basta con la Rotonda e magari anche con il Festival e la Stranociada e i fuochi artificiali! Tabula rasa. Dormiamo, ragazzi, che è l’unica cosa che ci riesce bene di fare.

 

Stiamo diventando un paese - meglio, un villaggio - di rompicoglioni. E non ci rendiamo conto di cosa sarà del tanto decantato Ticino se andiamo avanti di questo passo.

 

 

Sia come sia, un ricorso, inoltrato da una signora che abita i piani alti della Città Vecchia di Locarno, e che – dato non trascurabile – è funzionaria del Dipartimento del territorio (e forse come tale dovrebbe esimersi da iniziative del genere e tapparsi le orecchie e la bocca e turarsi il naso), ha indotto il Festival del film, con il beneplacito, suo malgrado, del Municipio, a cancellare con un colpo di spugna il City Garden, che negli ultimi due anni è stato uno dei luoghi cult (per me l’unico frequentabile in seconda serata insieme al Paravento) della rassegna, un posto per tutti e per nessuno, dove si incontravano, in una location aperta e informale, i reduci dai film della piazza come quelli che dei film della piazza non ne avevano voglia o bisogno.

 

Questo posto non ci sarà più quest’estate e il Festival si troverà ancora una volta a cercare un luogo di aggregazione per gente che non vuole zone disagio ma di semplice incontro. Basta, ma basta davvero, con queste storie che rovinano la vita di una Città intera.

 

Grazie, o per colpa, di una signora funzionaria statale alla quale il discreto trambusto del City Garden, in quei dieci giorni di Festival, dava fastidio.

 

Ringraziamola tutti, questa signora che, come i troppi rompicoglioni che stanno ammazzando il nostro piccolo bel Ticino, ha abusato degli abusati diritti concessi dalle pieghe demenziali della burocrazia. Ricorsi, referendum, opposizioni! Ma smettiamola, che tra qualche anno non avremo nemmeno più l’inchiostro per scriverli!

 

Si narra che gli organizzatori stiano valutando luoghi di ritrovo alternativi. Ma intanto il City Garden non ci sarà più. Amen, e così sia.

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