Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso inoltrato mesi fa dall'Associazione di Marco Giglio: "Il Municipio ha abusato del margine di apprezzamento"
LUGANO – Colpo di scena! Il Comune di Lugano negò la possibilità all’Associazione Helvetia Christiana di organizzare un rosario in occasione del Gay Pride dello scorso anno: ora il Consiglio di Stato dà ragione al gruppo di Marco Giglio su tutta la linea, accogliendo il ricorso inoltrato.
“Nel diniego alla manifestazione, il Municipio di Lugano ha abusato del margine di apprezzamento che la legge gli riconosce in questo specifico ambito, avendo fondato il suo diniego in maniera generale, senza essere stato in possesso di una domanda di autorizzazione scritta comprensiva di tutte le informazioni e senza peraltro mai aver alla qui ricorrente l’inoltro di una simile domanda completa (…). L’autorità comunale è andata oltre i suoi compiti”, si legge nelle 12 pagine.
Il giudizio è stato dunque arbitrario, perché al Municipio mancavano realmente le informazioni per poter decidere tenendo conto delle leggi, e la domanda incompleta non è da imputare a Helvetia Christiana bensì alla mancata richiesta da parte del Municipio stesso.
Helvetia Christiana ritiene che il Municipio ha violato la libertà religiosa e si chiede se realmente per un rosario sul suolo pubblico serva l’autorizzazione. Viene contestata anche la risposta municipale, che non contiene i rimedi di diritto, ovvero la motivazione giuridica per il no secondo gli articoli di legge, e che non è stata sufficientemente motivata.
Si può negare una manifestazione sul suo pubblico se essa turba la tranquillità, la salute, la protezione della natura e del paesaggio. “Non da ultimo va sottolineato che una decisione negativa non può di principio basarsi unicamente sulle idee proposte”, ovvero non si può decidere in base a quanto si ritenga valida la posizione propagandata (una valutazione simile vale solo per inviare eventualmente della Polizia). Dunque, non si poteva giudicare la scelta di voler dire un rosario. E non ha richiesto a Giglio e alla sua associazione informazioni complete.
Una decisione che a distanza di mesi fa esultare Helvetia Christiana, seppur per ragioni tecniche più che di principio, ma che è uno schiaffo probabilmente per il Municipio.