L'ex deputata si rallegra su Facebook: "Condivido la mia gioia con tutte le persone che hanno sofferto per me e con me in questi lunghi tre anni"
TICINO – "Sono felice e grata perché la Corte di appello ha notevolmente ridotto la pena inflittami e riconosciuto l'attenuante dei motivi onorevoli. Ma soprattutto sono contenta che la corte abbia riconosciuto, in maniera inequivocabile in alcuni passaggi della sentenza, la gravità della situazione di Como e la sofferenza delle persone che lì si trovavano". Inizia così il post Facebook che Lisa Bosia Mirra ha scritto dopo che la Corte d'appello ha notevolmente ridotto la pena a suo carico (vedi articoli suggeriti).
"È – continua – un passo nella giusta direzione perché viene riconosciuto il diritto a esprimere solidarietà e pena per chi si trova nella sfortunata condizione di essere migrante senza alcuna sicurezza (e verso chiunque altro nelle medesime condizioni). Per contro la Corte conferma che l’attraversamento della frontiera è un delitto punibile. Condivido la mia gioia con tutte le persone che in Svizzera e altrove si impegnano per i diritti delle persone migranti e con chi ha sofferto per me e con me in questi lunghi 3 anni".
"A loro, alle persone in cammino va invece, ancora e sempre, tutta la mia ammirazione e la mia solidarietà. La condizione di esule è una delle peggiori condizioni al mondo. Nessuno lascia il proprio Paese e affronta un viaggio tanto pericoloso senza una buona motivazione, per una volta, sta scritto su una sentenza. Grazie di cuore".
Sulla questione si è espressa anche l'Amnesty International Svizzera, la quale sostiene che "la riduzione della pena è un gesto insufficiente". "Le autorità – si legge in una nota – dovrebbero smettere di perseguire e condannare gli atti di solidarietà. L'ex deputata aveva aiutato 20 persone, per lo più minori non accompagnati, ad attraversare il confine tra Italia e Svizzera tra agosto e settembre 2016".
Con una petizione, Amnesty International e Solidarité Sans Frontières chiedono una "revisione delle leggi che limitano e puniscono la solidarietà con i migranti e i rifugiati. In particolare, le due organizzazioni invitano i parlamentari a sostenere l'iniziativa parlamentare 18.461 "Porre fine al crimine di solidarietà", presentata dalla consigliera nazionale verde Lisa Mazzone. L'obiettivo è modificare l'articolo 116 della Legge federali sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) affinché il sistema giudiziario non possa più criminalizzare le persone che prestano assistenza, a condizione che agiscano altruisticamente e non ne traggano alcun beneficio".