CRONACA
40'000 ore di ingorghi stradali, la rivolta degli autotrasportatori: "Paghiamo solo noi"
"È assolutamente scandaloso che i costi della congestione continuino a essere scaricati sul traffico pesante, anno dopo anno, unilateralmente e senza alcuna colpa"
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BERNA - L’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG) considera gli ultimi dati sulla congestione del traffico pubblicati oggi dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) un chiaro segnale d’allarme e un incentivo a procedere con l’urgente e necessario ampliamento dell’infrastruttura stradale. “Il nuovo record negativo di 39.863 ore di ingorghi nel 2022 è un risultato assolutamente spaventoso, per non dire allarmante – si legge in una nota dell’Associazione -. E anche se, con il 22,77%, il tasso di crescita è leggermente inferiore a quello del 2021, che raggiungeva addirittura il 43,9%, le cifre sono difficilmente paragonabili a causa, da un lato, della normalizzazione post-coronavirus e, dall’altro, dell’aumento vertiginoso delle cifre, che supera massicciamente i soliti valori del passato”.

Rispetto al 2012, nell’arco di soli dieci anni, il numero di ore di ingorghi è semplicemente raddoppiato. “La nostra mobilità è sempre più impantanata - afferma il presidente centrale di ASTAG Thierry Burkart -. Purtroppo non resta molto da fare prima di essere completamente bloccati!”.

Perdita di produttività per le aziende di trasporto

“L’autotrasporto e il trasporto passeggeri sono particolarmente colpiti. Con circa 52.000 veicoli, la flotta è rimasta praticamente invariata da anni e anche il chilometraggio percorso sulla rete stradale nazionale è rimasto stabile. Pertanto, come dimostrano le statistiche, il traffico pesante non può essere considerato la causa del crescente problema degli ingorghi. D’altra parte, le conseguenze per l’industria sono disastrose. La produttività delle aziende di trasporto è in costante calo e non c’è praticamente alcuna possibilità di introdurre contromisure. A causa degli ingorghi, solo un maggior numero di veicoli per lo stesso numero di carichi può rendere possibili consegne e ritiri puntuali. Eppure è assolutamente scandaloso che i costi della congestione continuino a essere scaricati sul traffico pesante, anno dopo anno, unilateralmente e senza alcuna colpa. Ciò è dovuto ad una base giuridica che si concentra esclusivamente sul trasporto su strada, con un corrispondente metodo di calcolo da parte dell’Ufficio federale dei trasporti.

Per quanto riguarda la politica dei trasporti, le ultime statistiche sugli ingorghi dovrebbero incoraggiarci a essere più realistici. La prosperità e la crescita si basano sulla mobilità e sulla logistica, e ciò richiede un’infrastruttura performante e adeguata alle esigenze, sia per la strada che per la ferrovia”.

In questo senso, prosegue la nota, denunciare i piani del Consiglio federale per l’ampliamento e l’ammodernamento della rete autostradale nazionale è del tutto fuorviante e puramente ideologico. “È giunto il momento di creare le capacità necessarie - afferma ancora Burkart -. Dobbiamo garantire che l’approvvigionamento e lo smaltimento dei rifiuti nel nostro Paese continuino a funzionare in modo fluido, affidabile e puntuale”.

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