CRONACA
La battaglia dei taxi a Lugano: proteste a Palazzo tra accuse, ripicche e versioni contrastanti
La tesi di Luca Quadri, presidente dei 'tassisti autorizzati'. Valenzano Rossi: "Chiedo tolleranza. Ma le regole vanno rispettate"
TiPresss/Pablo Gianinazzi

LUGANO - Escalation a Lugano della battaglia dei taxi. Questa mattina diversi tassisti hanno protestato davanti al Municipio. Con tanto di cartelli: “Vogliamo solo lavorare”, “Perseguitati dalla polizia”, “Anche noi siamo taxi autorizzati”…

Ecco, il problema sta proprio qui, nell’autorizzazione. I manifestanti sono i tassisti che non dispongono dell’autorizzazione municipale, limitata ai 50 operatori che hanno partecipato e vinto il concorso pubblico. Ma dispongono, i manifestanti, dell’autorizzazione cantonale a effettuare trasporto di persone. Non possono però sostare nelle aree che la Città ha destinato ai taxi “ufficiali”. E proprio da qui nascono i conflitti, con accuse a contro accuse, screzi e ripicche e tentativi di rubarsi i clienti.

La municipale Karin Valenzano Rossi ha incontrato e dialogato a lungo questa mattina con i manifestanti e domani intende incontrare i rappresentanti di entrambe le parti.

La sua versione, intanto, è chiara e lineare: “I tassisti che dispongono dell’autorizzazione comunale possono sostare sulle aree a loro destinate, con una 'turnistica' che garantisca la costante presenza in Città di un numero sufficiente di taxi. Gli altri, se hanno l’autorizzazione cantonale, possono effettuare il trasporto di persone ma non sostare sugli ‘stalli’ destinati ai taxi. C’è stato un concorso e nelle aree dedicate alla sosta sono ammessi solo gli autorizzati. Se non abbiamo più spazi di così, perché c’è anche un problema di spazio pubblico, non possiamo fare altro”.

Ci vorrebbe però, annota, un po’ più di tolleranza da entrambe le parti. “I tassisti non autorizzati vorrebbero poter utilizzare la pensilina dei bus dopo mezzanotte, valuteremo. E per alcuni eventi, come il carnevale, cercheremo di fare in modo che possano lavorare tutti. Tra l’altro, mi si dice che la clientela non manca, soprattutto durante i fine di settimana”.

Per quanto riguarda le accuse di vessazione da parte della polizia, la municipale dice: “Dopo l’entrata in vigore delle 50 autorizzazioni abbiamo fatto un periodo di rodaggio, cercando di sensibilizzare i tassisti, ma ora il tempo della tolleranza è finito. C’è stato un concorso, c’è un ordinanza, e le regole vanno rispettate”.

Durante l’incontro di questa mattina è anche emerso che ci sarebbero a Lugano anche tassisti che non hanno alcuna autorizzazione, provenienti dall’Italia e addirittura dalla Bulgaria, e che effettuato trasporti illegali e a tariffe stracciate… “Verificheremo”, assicura la municipale.

E gli operatori che dispongono dell’autorizzazione comunale che dicono? Luca Quadri, presidente dei taxi autorizzati e il suo vice, Mustafà Ghulam, ribadiscono: “Noi siamo autorizzati a sostare nelle aree ufficiali mentre gli altri possono lavorare ma solo su chiamata. Vorrebbero poter sostare nella zona della pensilina dei bus, ma noi paghiamo 800 franchi all’anno per l’uso del suolo pubblico. E loro nemmeno un franco. Non ci lasciano più lavorare e qualcuno pratica anche tariffe eccessive, mentre noi sottostiamo a quelle concordate con il Comune. È chiaro che poi la gente ci considera dei ladri. Nel fine settimana ci sono tassisti che arrivano anche dai Grigioni, da Bellinzona, da Mendrisio… Ma noi, se andiamo a Bellinzona o a Locarno, ci multano per adescamento di clienti”.

Insomma, Quadri e Ghulam chiedono il rispetto delle regole e che la polizia sorvegli. Secondo loro non c’è abbastanza lavoro per tutti, e anche su questo punto le versioni divergono. “Già noi tassisti ufficiali facciamo fatica… Gli altri vengono a Lugano perché pensano di trovare l’America, ma l’America è finita da un pezzo”.

 

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